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“Festa dell’Uva”, la bottega d’arte Tudisco di Nola conquista il “Premio Minauro 2016”

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E’ la bottega d’arte Tudisco di Nola ad aggiudicarsi il “Premio Minauro 2016”, assegnato per la migliore espressione artistica realizzata durante la 39esima edizione della “Festa dell’Uva” di Solopaca. Il verdetto è emerso dopo la consultazione avvenuta tra la Pro Loco Solopaca, promotrice del concorso e i familiari di Antonio Minauro, scomparso nel 2014 e al quale è dedicato il premio. L’evento rappresenta da 3 anni un appuntamento fisso nel calendario delle manifestazioni previste per la Festa dell’Uva; per l’occasione era presente anche una delegazione giunta da Nola, in rappresentanza della bottega Tudisco vincitrice del concorso, che ha ritirato l’ambito premio. La serata è stata arricchita dai brani della tradizione musicale napoletana eseguiti da Carmine De Domenico e il suo complesso, che si sono esibiti con lo spettacolo dal titolo ‘Passione Napoletana’.

La storica bottega d’arte Tudisco, nata con Giuseppe Tudisco, cartapestaio di Monopoli, presumibilmente giunto a Nola nell’ultimo quarto del XIX secolo assieme ad altri artisti leccesi chiamati per la decorazione della nuova cattedrale, rappresenta una delle eccellenze nella creazione dei gigli nolani. L’arte dei gigli, sia decorativa che strutturale, ancora oggi è attiva tramite i suoi discendenti, in particolare è stato il nipote, il Cav. Giuseppe Tudisco, ad accrescere il successo della bottega e a segnare con la sua ‘arte’ e maestria la Festa dei Gigli dell’ultimo secolo; oggi a continuare l’attività di famiglia sono i figli, Gaetano, Raffaele, Salvatore e i nipoti. L’allestimento del giglio è stato concordato dalla Pro Loco Solopaca in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Solopaca, la Pro Loco di Nola, la Fondazione dei Gigli di Nola, l’Amministrazione Comunale di Nola e la bottega d’arte Tudisco di Nola.

Ad essere premiato è stato, dunque, il giglio che la bottega nolana ha allestito in Piazza Municipio per suggellare l’affinità religiosa tra la Festa di S. Paolino di Nola e quella dell’Uva di Solopaca, eventi che sono accomunati dalla forte devozione cristiana; difatti, la Festa dei Gigli celebra il ritorno del vescovo S. Paolino dalla prigionia in Africa (410 d.C.), accolto con fiori e ceri (cilii, da cui il nome gigli) e in memoria di quell’avvenimento, da secoli i nolani portano in processione ceri e torce ricoperte di decorazioni in cartapesta, mentre la Festa dell’Uva nasce con l’intento di chiedere il sostegno materno della Madonna Addolorata affinché la vendemmia potesse essere copiosa e la maturazione delle uve protetta da ogni tipo di calamità.

Il Premio Minauro, giunto alla terza edizione, rappresenta il desiderio di voler ricordare uno dei principali promotori di quella che oggi è diventata la Festa dell’Uva. Fu proprio l’avvocato Antonio Minauro che 39 anni fa puntò su quella che allora era ancora una sagra popolare per far si che, nel tempo, potesse diventare un evento fisso nel calendario degli appuntamenti di fine estate in Campania. Nel 2004 in un volume dal titolo “La Festa dell’Uva ai tempi del Mommo”, l’avvocato Minauro fece rivivere il clima e le esperienze delle prime edizioni di quella che poi diverrà la principale manifestazione turistica e culturale solopachese; come ricorda lo stesso Minauro riferendosi al giorno della sfilata del corteo storico e dei carri allegorici: “E’ un’esplosione incontenibile di colori, di gioia e di vita (…) Non sai bene perché, ma ti senti felice! (…) Cammini lentamente, seguendo l’incedere dei carri, completamente sveglio in un sogno”.

L’appuntamento è per il prossimo anno con il Premio Minauro per la migliore espressione artistica dell’edizione 2017 della Festa dell’Uva ricordando e omaggiando, in tal modo, l’avvocato Antonio Minauro, grande personaggio che ha legato indissolubilmente il suo nome alla storia di Solopaca e alla Festa dell’Uva.

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