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Cittadini

Bilanci e conti pubblici, la lettera di un ex revisore dei Conti: “All’Asia un utile inutile”

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“L’amministrazione Mastella muove i primi passi sotto il sole cocente e la temperatura sale man mano che i nuovi amministratori si rendono conto che i conti del comune provengono dalla regia di un famoso film di Dario Argento: “profondo rosso”.

Chi vi scrive ha lungamente avuto sotto gli occhi i conti della macchina comunale, in qualità di Revisore dei Conti nel triennio 2009/2012.

Ricordo a voi e a me stesso i duri attacchi verso la mia professionalità quando come “voce solista” scrivevo negli atti ufficiali che il comune aveva debiti fuori bilancio da far rabbrividire e invece mi si attaccava dicendo che ero fazioso.

Il nostro amato papa Francesco ha avuto modo di scrivere che “il tempo è il messaggero di Dio” e quindi della verità. Tempo ci è voluto ma tutto è venuto a galla e tutte le accuse mossemi sono risultate infondate. I debiti c’erano, ci sono e …”speriamo che me la cavo”; hanno dovuto certificarne almeno 60 milioni.

Sento il dovere di aiutare come posso la mia città; dove vivo con la mia bella e numerosa famiglia.

Sto in ferie e continuo ad essere appassionato dei conti pubblici. I numeri per me sono il mio muovermi e operare sul solido terreno della realtà. I numeri, i conti, se usati nella verità e per il bene comune sono elementi granitici. Hanno una profondità, un volume che solo chi li rispetta nella pienezza ed integrità può avere il privilegio e la prerogativa di apprezzare, far apprezzare e utilizzare per il bene. Se invece la “cifra” viene fatta diventare funzionale per scopi “altri”, ecco che il numero perde la sua identità e diventa una sorta di fiume, che scorre e muta il suo corso.

Chi lo adopera in modo liquefatto non si cura della distinzione tra bene e male, tra giusto ed ingiusto, ma gli interessa soltanto la distinzione tra vantaggio e svantaggio di parte. Insomma tutto serve a far “quadrare” i conti che, così facendo, si tramutano in disservizi (mensa); fallimenti (AMTS); criminalità diffusa (spaccio e prostituzione). I cittadini spesso si annoiano quando si parla dei bilanci, ma dalla buona tenuta di essi dipende il benessere di una comunità.

Mi è capitato di smanettare sul sito dell’ASIA ed ho dato un’occhiata agli ultimi bilanci pubblicati. Sapete la nostalgia! E se il particolare è sintomo del generale inviterei chi si occupa dei conti dell’azienda municipalizzata a correggere l’evidente errore algebrico che comporta 50mila euro di differenza. Infatti a pagina 7 del bilancio 2014 alla voce di costo – B 10 d – l’importo di 50.835 euro non viene sommato.

La perplessità è che alla fine della pagina si legge a chiare lettere che il documento è generato automaticamente. Lungi da me pensare manomissioni. Credo in un calo di corrente durante l’elaborazione.

Questa voce di costo, dunque, non venendo sommata ha come conseguenza qualle di far lievitare l’utile.

Anzi per meglio dire questa voce genera l’utile che risulta così essere pari a 52.035 euro.

Tornando al concetto fluido dei numeri, qualche mal pensante potrebbe sospettare che i vertici avevano la necessità di chiudere il bilancio con un utile. Come se da questa “parola” dipendesse la buona gestione della municipalizzata.

Faccio coro con quei professionisti più accreditati di me che potrebbero dire che una svista può capitare a tutti. Per carità sono d’accordo. Ma come spiegare ai cittadini che l’utile conseguito in una partecipata dove il Comune di Benevento è proprietario al 100% diventa dannoso; addirittura costoso per i beneventani. Al contrario di una azienda privata in regime di concorrenza che ricerca giustamente il proprio profitto.

L’utile che politicamente è ricercato per fare bella figura si ripercuote in maggiori tasse nelle tasche dei cittadini. Perché? L’alchimia è presto detta. Prendiamo il 2012, il Comune per coprire i costi del servizio ha dato all’Asia circa 12 milioni di euro che ha ripreso con le bollette d’oro pagate dai cittadini. L’Asia ha speso per il servizio circa 11 milioni di euro. Risultato d’esercizio circa 1 milione di utile. Imposte sull’utile pari a 400 mila euro. Utile netto 600mila. Capite. Quale utile? Quale gestione oculata? Hanno dato più soldi di quelli necessari e in più ci abbiamo pagato anche le tasse allo Stato (imposte ires/irap). Stessi numeri per il 2013. Ancora più chiaro l’Asia ha ridato al Comune di Benvento invece di 1 milione di euro frutto delle nostre bollette comunali sovracalcolate, non necessario e non speso, solo 500mila perché “l’utile si è trasformato in inutile sul quale pagare le tasse”. Poveri noi! Al danno anche la beffa.

Nel 2014, invece, il comune ha sempre dato 12 milioni e questa volta la buona amministrazione Asia per aumentare la qualità del servizio è riuscita a spendere tutti i 12 milioni.

Che voglio dire? Sarebbe stato più logico e conveniente per il cittadino una valutazione più puntuale nella previsione di spesa dell’Asia e coprire il costo e basta.

Infatti qual è la logica della tassa rifiuti se non quella di coprire il costo della raccolta? Che poi nel bilancio del comune si legge che la tassa chiesta ai cittadini è superiore di diversi milioni di euro dei 12 di cui sopra è un altro discorso.

Tornando al 2014, è un anno interessante anche per il parere espresso dai revisori, pagina 7 della relazione, dove il collegio invita l’assemblea, cioè il comune di Benevento, a non approvare il bilancio per motivazioni legate alla palese non corrispondenza, per diversi milioni di euro, nelle reciproche partite debitorie e creditorie. In soldoni i conti non tornavano. Naturalmente il comune di Benevento ha approvato il bilancio senza se e senza ma.

I soldi sono pochi e quindi ho letto con gioia che al Collegio Sindacale spetta anche il controllo contabile (pagina 2 della relazione collegio sindacale). Risparmiamo. Buono. Se non che, a pagina 35 del bilancio, saltano fuori 20 mila euro di spesa per la società di revisione. Un unica funzione di controllo contabile a due soggetti; qualcosa non torna. Bisognerebbe approfondire ma fa troppo caldo.

Ancora, sarebbe opportuno usare bene la funzione di copia ed incolla. Infatti, nelle delibere di approvazione del bilancio 2013 e 2014, invito a chi di competenza a tagliate il rigo nel quale si legge che l’assemblea approva la relazione del collegio sindacale perché, vi rendete conto, è un po’ eccessivo; il controllato approva l’operato del controllore.

Concludo con la speranza che i nuovi amministratori nell’approvare il bilancio 2015 dell’Asia, sicuramente saranno più attenti alle sviste. Buon lavoro e auguri di ogni bene per la mia città. Alla prossima”. (Pietro Grasso – ex revisore dei conti del Comune di Benevento)

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