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Pizzo e usura, l’allarme di Cgil e Alilacco: “Fenomeno diffusissimo nel Sannio”

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“Taglieggiamento e usura sono fenomeni diffusi e ben radicati nel territorio. La percezione della loro esistenza emerge chiaramente dalle risposte date dagli intervistati”. E’ la disarmante conclusione che affiora dalla campagna “Io non pago il pizzo”, realizzata da Alilacco e Cgil. Il sindacato, insieme all’associazione, ha consegnato 100 questionari ad altrettanti commercianti del capoluogo che, in maniera anonima, hanno contribuito a scattare una fotografia puntuale della situazione di racket ed usura nel Sannio.

Va detto che i questionari da consegnare erano 100 ma solo in 47 lo hanno ritirato. Di questi – si legge nel rapporto – il 62% ha risposto a tutte le domande.

Ad ogni modo, viene fuori un ritratto tutt’altro che confortante e che racconta bene, secondo i promotori, la situazione di disagio che sono costretti a vivere gli esercenti e gli imprenditori.

Dalle risposte spuntano i dettagli di un mondo semisommerso che contribuisce ad alimentare un sistema di criminalità organizzata che è attivo sul territorio. Così il 65% degli intervistati racconta che in città il pizzo si paga mensilmente con rate dai 200 ai 500 euro per il 35% e da 500 a 1000 secondo il 21%.

Nelle risposte è quasi univoco (83%) il convincimento dei commercianti nell’attribuire alla criminalità organizzata il ruolo principale di riscossione del pizzo nella realtà locale.

“Quello che emerge – ha spiegato Amleto Frosi, presidente di Alilacco – è na conferma dui ciò che noi diciamo da anni, percependo i malumori del territorio e traducendo in dati le risultanze dei processi che seguiamo. Se la situazione, però, non è cambiata bisogna porsi degli interrogativi”.

La mano dei clan passa con facilità dall’estorsione all’usura. “Siamo di fronte – ha aggiunto Frosi – ad una novità rispetto al passato quando l’usura non era legata ad ambienti malavitosi e gli atti intimidatori confermano questa tesi”.

Una situazione complessa, dunque, che fonda le radici anche nella crisi economica che rende sempre più complessa l’attività imprenditoriale e spinge al ricorso di canali “alternativi” di finanziamento, visto che i rapporti con le banche, dicono gli intervistati, sono sempre più complessi.

“Accanto ai titolari delle attività ci sono sempre più lavoratori che ricorrono all’usura – ha aggiunto il segretario della Cgil sannita Rosita Galdiero -. Il precariato ha ingrossato il circuito usuraio. Noi con l’Alilacco – ha concluso – andremo avanti certi della nostra battaglia e convinti che sul nostro cammino troveremo altre istituzioni che vorranno accompagnarci”.

Il ruolo delle istituzioni, dunque, è fondamentale. “Accanto alle forze dell’ordine e alla magistratura che svolgono il loro lavoro con serietà, c’è bisogno di un raccordo istituzionale capace di far sentire il cittadino sicuro”, ha concluso Frosi.

E proprio ai candidati sindaco per le prossime comunali, l’Alilacco lancia un appello per discutere seriamente della questione.

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