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Immigrazione, la denuncia di Galdiero (Cgil): “L’accoglienza non è nelle nostre corde”

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Nella giornata di ieri si è tenuto presso il Palazzo del Governo di Benevento il Consiglio territoriale per l’immigrazione con i dirigenti della Questura e della Prefettura.
“A convocazione ricevuta – racconta in una nota il segretario della Cgil Benevento, Rosita Galdiero – eravamo ben fiduciosi che dopo un anno circa e varie sollecitazioni a convocare il tavolo, si affrontasse finalmente la problematica relativa all’accoglienza dei profughi sul nostro territorio.
Tuttavia, abbiamo dovuto riscontrare, per l’ennesima volta, la volontà della Prefettura a non volere affrontare e discutere della problematica dei profughi. Consiglio, convocato invece, solo ed esclusivamente per comunicarci le ultime direttive del Ministero, che a Benevento le quote sono ferme al 2012, che gli stagionali che per il 2015 hanno ottenuto il nulla osta sono 15 su 55, che sono effettuati in tutto l’anno 2015, 60 ricongiungimenti familiari, che nel 2016 sono arrivate 23 richieste di lavoro stagionale sulle 25 previste.
Nel momento in cui abbiamo provato a chiedere quando si affrontasse l’emergenza profughi sul nostro territorio e quindi il tema fondamentale legato all’accoglienza, – prosegue la sindacalista – ci è stato risposto dal vicario che “le quote le stabilisce il Ministero, che i bandi li fa la Prefettura e che nulla si può fare per regolamentare il fenomeno accoglienza, perché sfugge alla nostra portata”.
Al tema poi sollevato, rispetto al mancato rilascio delle carte d’identità ai profughi, che spetterebbe allo straniero anche in possesso del permesso di soggiorno temporaneo, il Vicario ci ha risposto che la responsabilità è del Comune: “Perché non li denunciate voi? visto che sollevate continuamente il problema?”, per la serie “arrangiatevi voi per chi dovrebbe vedersi riconosciuto un diritto”.
Invece, molto ci hanno rincuorato le parole della responsabile della Questura che ha apostrofato così “ che se ne devono fare della carta d’identità”, volevamo provare a spiegare alla dottoressa che si tratta di norme di civiltà, che così si prova a favorire quella integrazione all’interno delle comunità che oggi non è così scontata.
Ma se queste sono le risposte che arrivano dalle massime istituzioni presenti sul territorio, – evidenzia Galdiero nella nota – che messaggio diamo alle comunità e soprattutto che messaggio diamo a questi fratelli che rischiano la propria vita per lasciare territori di guerra, di povertà, di torture, forse occorrerebbe, qualche volta, provare a mettersi nei panni di chi rischia tutto per avere un futuro libero, sereno e di pace.
Adesso sì – conclude il segretario della Cgil – che le nostre idee sono più chiare, abbiamo compreso che per alcuni rappresentanti della Prefettura e della Questura, che dovrebbero svolgere sul nostro territorio un ruolo di fondamentale importanza per il rispetto delle regole e per evitare che i più deboli soccombano, di quale accoglienza ed inclusione parlano, quella dello scarica barile e dell’indifferenza.
Nessuno si azzardi a disturbare chi con fatica prova a ragionare di un ipotetico flusso di ingresso di lavoro che tuttavia è fermo al 2012. L’accoglienza non è nelle nostre corde”.