ECONOMIA
Redditi e inflazione, il Sannio non sorride: dal 2010 sempre peggio

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Dopo i dati sul lavoro emergono nuove statistiche economiche sul Sannio. A finire sotto la lente di ingrandimento degli esperti sono questa volta i redditi medi annui dei cittadini. La classifica è stata stilata dal quotidiano “Il Sole 24 Ore” sui dati estrapolati dalle dichiarazioni dei redditi tra il 2010 (dichiarazione 2011) e il 2014 (dichiarazione 2015) ed elaborati dal Ministero dell’Economia.
Nella speciale graduatoria il Sannio si piazza all’83° posto con un reddito medio di 20.401 euro con una variazione negativa rispetto al 2010 del 3,5%.
La provincia di Benevento è in linea con Avellino (81esima posizione) ed entrambe fanno meglio di Napoli in termini di variazione.
Nella lettura globale dei dati la dichiarazione media degli italiani sarebbe cresciuta del 4,3% attestandosi intorno ai 24.240 euro. Bisogna, però, tenere conto dell’inflazione del periodo del 7,2%: la flessione reale sui redditi, dunque, sarebbe stata del 2,7%.
In altre parole – dicono gli esperti -, il reddito è cresciuto ma non al pari dell’inflazione. Il che si è tradotto in una graduale erosione del reddito degli italiani.
Per quanto riguarda i dati locali, la città di Benevento si piazza al primo posto in provincia con un reddito medio di 24mila e 800 euro. Un dato non troppo esaltante se si considera che il capoluogo sannita è l’ultimo della Campania: 26.600 è la media di Napoli, 27.100 euro ad Avellino, 27.500 a Salerno e 28.300 a Caserta.
A chiudere la graduatoria del Sannio con il reddito medio più basso sono Ginestra degli Schiavoni con 13mila euro e Castelvetere in Val Fortore con 14.400 euro. Poco più su Guardia Sanframondi, Casalduni e Cusano Mutri con dichiarazioni appena superiori ai 17mila euro medi.
Indicativi, infine, anche i numeri per rappresentare la distribuzione della ricchezza all’interno dei singoli comuni.
A Benevento, su 36929 contribuenti solo il 2,01% (705 persone) dichiara redditi che superano i 75mila euro all’anno, mentre l’1,91% è compreso tra 55mila e 75mila.
Il 22,54% dichiara entrate tra i 26mila e 55mila euro. Sono 9523 i cittadini (25,79%), invece, che si attestano tra 15 e 26mila euro. Il restante 47,75% (17635 persone) dichiara redditi fino ai 15mila euro.
Accanto alla crisi e alle sue ricadute occupazionali – concludono da Il Sole 24 Ore -, un piccolo ruolo nella limatura dei guadagni dichiarati è stato svolto dall’aumento delle deduzioni. Il rallentamento reale dei redditi costa anche allo Stato, che incassa meno Irpef, mentre Regioni e Comuni vanno decisamente in senso contrario grazie agli aumenti di aliquota”.