Sindacati
Vertenza Samte, i sindacati chiedono incontro con Bonavitacola

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“Le single sindacali, a seguito della convocazione del 30 marzo a firma dell’Amministratore unico della Samte srl di Benevento Nicolino Cardone, sono state informate della volontà, da parte della Direzione Amministrativa Samte srl di Benevento, di avviare lo strumento della Cassa Integrazione”. A comunicarlo sono Cgil, Cisl e Uil che hanno inviato una nota congiunta per richiedere un incontro urgente con il vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola.
“La decisione di ricorrere allo strumento di cassa integrazione sarebbe motivata – spiegano i sindacati – dal perdurare di un crisi strutturale che dal 2010 ad oggi ha visto gradualmente un calo considerevole dei volumi di materiali da lavorare. Si è passati dalle 60 mila tonnellate del 2010 alle 29 mila del 2015 le quali, sostanzialmente, non coprono i costi di gestione. Inoltre, ad aggravare il quadro economico finanziario della società ci sono i Siti delle discariche post-mortem (quelli in stato di sequestro giudiziario, affidati in gestione alla Provincia di Benevento).
In questo contesto – aggiunge la nota -, per dare una prospettiva all’impianto e garantire i livelli occupazionali ai 55 lavoratori dello Stir di Calsalduni, abbiamo sollecitato ripetutamente l’azienda ad intraprendere iniziative tese a ristrutturare e diversificare le lavorazioni. Tuttavia, abbiamo dovuto riscontrare che i diversi progetti presentati dallo staff tecnico della Samte, che prevedono proprio la diversificazione delle attività e il contenimento dei costi di gestione, non hanno ancora avuto l’accoglimento sperato dagli organi competenti in materia.
Le sigle sindacali – conclude la nota -, preoccupate per l’acuirsi della vertenza, chiedono un incontro urgente, onde evitare ulteriori ricadute sui livelli salariali dei 55 lavoratori dello Stir di Casalduni per l’imminente ricorso allo strumento della Cassa Integrazione che potrebbe, in un momento di incertezza normativa, compromettere il futuro dei livelli occupazionali di tutti i dipendenti e il futuro delle loro famiglie in una regione già fortemente e drammaticamente segnata dalla crisi dei consorzi di bacino”.