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CRONACA

Benevento, rifiuti dell’alluvione in un capannone di contrada Olivola: il Nipaf sequestra l’area

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GUARDA VIDEO Il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale ha eseguito questa mattina un maxi sequestro di un capannone in contrada Olivola, alla periferia di Benevento. Sarebbero circa 3mila i metri cubi di rifiuti distribuiti nella struttura: immondizia prodotta dall’alluvione dello scorso ottobre e ammassata nell’area, trasformandola in una discarica abusiva.

Scarti di attività commerciali e casalinghi, materassi, giocattoli, elettrodomestici e bombole di gas: questa la scena, oltre ad una puzza nauseabonda, presentatasi agli agenti del Corpo Forestale dello Stato, che hanno poi provveduto a sigillare lo stabile. Sul posto anche i tecnici dell’Asia, l’azienda partecipata che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti.

Spetterà ora all’Autorità Giudiziaria stabilire eventuali responsabilità sullo sversamento non autorizzato dei rifiuti in contrada Olivola. Del capannone in questione già se ne era parlato subito dopo i gravi disagi provocati dal nubifragio di ottobre: con un’ordinanza comunale, il sindaco aveva stabilito che molti dei rifiuti prodotti in seguito all’alluvione potevano essere scaricati proprio lì. Un atto motivato dalla necessità di liberare i camion stracolmi di rifiuti ingombranti e indifferenziati prodotti in seguito alla ripulitura delle attività commerciali e degli scantinati colpiti dall’acqua.

LA REPLICA DELL’ASIA – Nel pomeriggio è arrivata anche la risposta del presidente dell’Asia, Lucio Lonardo, che ha voluto fare chiarezza sulla questione. Il dispositivo, scrive Lonardo riferendosi all’ordinanza del sindaco del 18 ottobre 2015, “invitava l’ASIA agli adempimenti conseguenziali e cioè alla raccolta e smistamento dei materiali alluvionali non conferibili a riciclo e neanche allo STIR e quindi non alla gestione ben sapendo che l’Azienda a tanto non è abilitata in quanto non iscritta alla gestione dei siti all’Albo Gestore; tra l’altro essendo la Provincia sprovvista di discariche e siti di stoccaggio autorizzati non c’era alterantiva in condizioni normali figuriamoci in situazioni emergenziali; considerate inoltre le centinaia di tonnellate accumulate già nei primi giorni del disastro dagli operai della più grande Azienda alluvionata, tra l’altro, qualsiasi miglioria allo stabile era praticamente impossibile anche per l’impraticabilità viaria per le recenti piogge.

Il 17 novembre – aggiunge nella nota – il dr. Romito,  direttore ASIA, comunicava al Commissario delegato per l’alluvione la scheda del sito comprensiva dellle caratteristiche del rifiuto stoccato e delle caratteristiche dello stesso sito: da quel momento sino ad oggi il sottoscritto ogni volta che ha avuto la ventura di incontrarsi con il commissario ha sempre sollevato la questione anche perchè vi erano e ci sono ancora grandi quantità di rifiuto da stoccare in assenza della capienza adatta.

Atteso che nessuna indicazione giungeva dalla Regione Campania sulla destinazione finale del rifiuto, è stata consegnata al Commissario, presso il Genio Civile, la planimetria delle 2 vasche di stoccaggio impermeabilizzate in Piano Borea da destinare a provvisoria stabilizzazione in assenza di altre (?) indicazioni. A tale rifiuto è stato, per legge, assegnato il codice 200399 e come tale può avere destinazione definitiva solo in discariche a tanto autorizzate che non essendo in Campania necessitano di preventivi accordi inter-regionali. Ricordo solo a me stesso che tale codice è stato stabilito da legge dello Stato già in conseguenza diluttuosi eventi in Liguria e Emilia Romagna, venendo stoccati anche sul litorale senza lamentazione alcuna neanche dai bagnini.

Se l’ASIA è colpevole di essersi rialzata a poche ore dall’evento per essere vicino ai cittadini preferendo portare le loro povere cose distrutte in uno sito autorizzato piuttosto che lasciarle nelle proprie abitazioni distrutte, cosa che adesso, alla luce di questi avvenimenti, non faremo più neanche sotto tortura senza una preventiva risoluzione del problema da parte della Regione Campania, e ce ne è di roba ancora, – scrive Lonardo – allora siamo colpevoli. Se dovessimo essere ancora una volta il Mamurio Veturio, ovvero il capro espiatoro di turno, allora grazie no abbiamo già dato e non intendiamo fare da paravento a personaggi che nonostante la solita e stucchevole passerella hanno mostrato, dopo 5 mesi, di non essere in grado di gestire neanche un flessibile rotto della lavatrice.

Ma ho fiducia nel grande decisionismo e competenza del Governatore De Luca che non mancherà difar sentire la propria voce per svegliare alcune coscienze sopite. Ancora oggi, scusate l’immodestia, quanto prodotto in questi mesi di positivo vive ancora del ricordo dIi quanto fatto da Comune, ASIA, Caritas, e volontari della Protezione Civile che ho da poco appreso non godere neanche di un rimborso spese.

Poichè sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno – conclude il presidente Asia – sono contento che tutto sommato sia avvenuto questo episodio che riguarda, tengo comunque a precisarlo, solo stoccaggio di rifiuti domestici, non certo pericolosi, perchè almeno si riaccendono i riflettori sul Sannio disastrato, perchè se dovesse succedere qualcosa di simile altrove, scivoleremo dietro nell’attenzione politica e dei media, state certi che faremo la fine dei baraccati dell”80 in Irpinia o degli alluvionati del Vajont e questo solo perchè pare non ci siano superstiti del terremoto di Messina del ’30”.

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