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Campus Benevento: “Un mese fa l’alluvione. Ora progetti chiari e utili. E vigilanza contro l’illegalità”

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“È trascorso un mese. L’emergenza appena superata lascia il campo al lavoro quotidiano per la ripartenza. Sarà faticosa e forse anche rischiosa. Soprattutto se la notte dell’alluvione qualcuno al telefono si è ritrovato a ridere a crepapelle immaginando già il possibile “affare” e un futuro di vantaggi economici destinati a pochi furbi. Disinnescare questo rischio è la prima azione decisiva sulla strada della ricostruzione.
Così come sarebbe dovuto avvenire ma non è accaduto dopo il terremoto dell’Irpinia, dopo quello de L’Aquila e dopo tante calamità naturali che hanno devastato il Paese.
Dobbiamo considerare questo impegno come indispensabile per avviare un percorso di trasparenza e di legittimità dopo lo “tsunami” del 15 e 19 ottobre scorsi. È urgente rilanciare i temi che si riferiscono alla più generale questione morale, mai affrontata con decisione anche dalla società civile locale.
Sono stati raccolti fondi da Caritas e parrocchie, aperte sottoscrizioni da banche e associazioni di ogni tipo, vi saranno tanti spettacoli di beneficenza. Ma soprattutto, il governo ha stanziato 38 milioni di euro, molti altri milioni arriveranno ancora, tra fondi regionali ed europei. Cosa ne sarà di questi soldi? Chi controllerà il loro destino, come si organizzeranno gli aiuti strutturali?
Chiediamo che, insieme al sistema ordinario di controlli affidato alla Prefettura e alle forze dell’ordine per il rispetto dei protocolli sulla legalità e la trasparenza negli appalti e negli incarichi, venga istituito un Osservatorio straordinario per la tracciabilità dei flussi di denaro per garantire che vengano diretti esclusivamente alle famiglie colpite dall’alluvione, alla ricostruzione materiale dei siti, al sostegno dello scuole devastate, alla ripresa delle attività agricole e produttive, al rilancio delle realtà artistiche e culturali messe in ginocchio, agli incentivi per l’associazionismo e il volontariato che hanno svolto un’azione fondamentale all’indomani dei fenomeni alluvionali.
Chiediamo che ci si impegni con competenza nelle opere di prevenzione, nella sistemazione del dissesto idrogeologico e nella bonifica corretta delle aste fluviali. Chiediamo che non siano solo la politica e gli enti locali a gestire questa fase ma anche rappresentanti della società civile e delle associazioni. Chiediamo che il percorso di ricostruzione non venga considerato in chiave elettorale con la distribuzione tattica dei fondi.
Chiediamo che ci si adoperi per risanare le ferite dell’alluvione ma non si lascino in secondo piano i programmi più generali per lo sviluppo della città. Che non si finisca per considerare l’alluvione un alibi per coprire la mancanza di idee per la città e il suo futuro. Anzi che la distribuzione di fondi finisca per essere il vero programma, pensando così di recuperare i consensi perduti per l’incapacità amministrativa dimostrata in questi anni”.