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Cabib verso la fusione con Gesesa, il presidente Scarinzi: “Con noi mai mancata la continuità dell’erogazione idrica”

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“Nei mesi e negli anni passati, questo Consorzio è stato spesso presentato alla stampa e dunque alla pubblica opinione, come un carrozzone di sprechi e inefficienze, così scaricando su questo Ente tensioni e responsabilità esterne ad esso. Oramai ad un passo dalla prevista aggregazione con la Gesesa, per creare un unico gestore in grado di divenire affidatario d’ambito, ritengo doveroso riconoscere il giusto merito ad una struttura che rischia di meritare effettivamente la definizione di gioiellino data da qualcuno”. Così in una nota il presidente del Cabib (Consorzio Acque Bacini Idrologici Beneventani), Raffaele Scarinzi.
“Basta scorrere le pagine degli organi d’informazione di questi giorni, di queste settimane, di questi mesi, – aggiunge Scarinzi – per cogliere tutti i momenti di forte disagio, di protesta decisa da parte degli stessi amministratori pubblici e degli utenti che lamentano la mancanza o la limitata erogazione dell’acqua potabile nelle abitazioni.
Oramai ovunque, dall’area del Medio Calore gestita dall’Alto Calore, alla città capoluogo gestita dalla Gesesa, la fornitura è sistematicamente sospesa (al di là del fatto emergenziale del momento) a partire da alcune ore della giornata, di solito di sera, e fino alle prime ore del mattino seguente.
Nei Comuni amministrati dal Cabib, invece, non è mai mancata, finora, salvo isolati e circoscritti casi dovuti a guasti, la continuità dell’erogazione. E questo è un risultato che dovrebbe bastare e fare giustizia di tante opinioni sbagliate e diffuse immotivatamente su questo Ente che ha contribuito invece a dare dignità al territorio della Valle Vitulanese affrancandolo dalla condizione di degrado causata dalla indisponibilità di acqua corrente nelle abitazioni, condizione, questa, esistente prima della entrata in esercizio dell’Acquedotto del Taburno di proprietà del Cabib.
Per contenere le spese del Consorzio della cifra necessaria a colmare il disavanzo 2014, – sottolinea il presidente – basterebbe ridurre il funzionamento della centrale di sollevamento di un paio d’ore al giorno; ma questo ovviamente non garantirebbe più l’acqua corrente nelle case per tutte le 24 ore ed invece questa amministrazione, come le precedenti in verità, ha mirato proprio a non creare disservizi ai propri utenti e quindi a non limitare l’erogazione idrica nel corso della giornata. Al termine di questo ciclo di vita dell’Ente, durato quasi quarant’anni, – conclude Scarinzi – questo mio grazie a quanti lo hanno sin qui condotto, è doveroso”.