CRONACA
Estorsioni e bombe al Rione Libertà, il Gip di Napoli emette quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere

Ascolta la lettura dell'articolo
Nella serata di ieri, gli agenti della Squadra Mobile di Benevento hanno notificato le ordinanze applicative della custodia cautelare nei confronti di Saverio Sparandeo, Augusto Villani (entrambi difesi da Antonio Leone), Fabrizio Sorice e Alberto Mincione (difesi da Gerardo Giorgione), tutti già detenuti in carcere.
La disposizione è stata emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, Emilia Di Palma, che ha rilevato la sussistenza, in maniera inequivocabile, di gravi indizi di colpevolezza con riferimento ai fatti contestati.
Come si ricorderà, infatti, gli indagati erano stati tratti in arresto alle prime luci dell’alba dello scorso 12 febbraio nel corso dell’operazione diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli e soprannominata “Lo zio d’America”. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe compiuto due estorsioni aggravate dalle modalità mafiose e ne avrebbe tentata anche una terza.
Per i giudici, inoltre, sussistono le esigenze cautelari in considerazione della gravità dei fatti e della personalità negativa degli indagati, desumibile dalle modalità violente della loro condotta.
Il Gip, convenendo con i risultati investigativi, ha riconosciuto che i rei sono da ritenersi appartenenti al “clan Sparandeo” e che hanno posto in essere una serie di estorsioni nell’interesse dello stesso clan e con modalità tipicamente mafiosa.
La decisione delle toghe partenopee giunge in seguito all’udienza di convalida degli arresti, avvenuta lo scorso 14 febbraio, dove il Gip del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, riconobbe la propria incompetenza non convalidando il fermo, ma disponendo il passaggio del fascicolo ai colleghi napoletani.