CRONACA
Fragneto Monforte, fatta luce sulla “Truffa del babà”: individuato e denunciato il fantomatico “don Damiano”

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I carabinieri della stazione di Pesco Sannita, al termine degli accertamenti praticati a seguito della denuncia di truffa sporta dal gestore di un’azienda agrituristica di Fragneto Monforte, hanno individuato e deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria l’autore di un raggiro meglio conosciuto come “la truffa del babà”: un pregiudicato di 64 anni, originario e residente nella vicina provincia irpina.
Come si ricorderà, infatti, nel mese di dicembre dello scorso anno alcuni gestori di aziende agrituristiche e ristoranti della zona, furono raggirati da un individuo circa l’acquisto di una consistente quantità di dolciumi, segnatamente babà, da una pasticceria napoletana rivelatasi poi completamente inesistente.
LA TRUFFA – Il piano truffaldino ideato dall’uomo, tanto semplice per quanto ingegnoso nelle sue fasi attuative, consisteva nel contattare telefonicamente gli esercizi di ristorazione chiedendo del gestore e presentandosi per un sacerdote di Foggia con il nome di “don Damiano”.
A questo punto il falso sacerdote chiedeva al titolare di prenotare un pranzo per circa 50 appartenenti alla sua parrocchia poiché in gita nel territorio sannita per visitare i luoghi natali di San Pio. La richiesta, peraltro effettuata con modi gentili e garbati, faceva leva anche sul forte sentimento religioso e di rispetto nutrito dai titolari dei ristoranti verso un rappresentante della Chiesa che, pertanto, acconsentivano di buon grado.
Una volta ottenuto l’assenso alla prenotazione, il falso sacerdote a questo punto faceva scattare la prima parte della trappola chiedendo ai titolari, a titolo di pura cortesia, di anticipare l’acquisto di un congruo quantitativo di babà napoletani da distribuire poi a commensali al termine del pranzo. A tale inusuale richiesta, i gestori riferivano, non senza imbarazzo, al sacerdote la difficoltà nel non sapere a chi rivolgersi per l’acquisto dei dolci.
E qui il truffatore faceva scattare la seconda parte del piano: infatti, con il pretesto di trarli dall’impaccio, il falso curato gli forniva i recapiti telefonici di una asserita pasticceria napoletana da lui personalmente conosciuta e stimata che già in passato aveva offerto lo stesso tipo di servizio ad altri ristoratori, compresa la consegna a domicilio della merce.
I titolari dei ristoranti, sollevati dall’empasse, accettavano volentieri la richiesta neppur sospettando minimamente l’esistenza di una truffa e, pertanto, provvedevano a chiamare la pasticceria indicatagli ordinando il quantitativo richiesto di dolciumi ad un complice del finto prete.
La parte conclusiva del piano prevedeva, così come in effetti è stato, la consegna a domicilio dei dolciumi richiesti, effettuata da un ulteriore complice con tanto di falsa fattura e dicitura dell’inesistente laboratorio artigianale di pasticceria, “Babà Scaturchiese”, sulla carta adoperata per il confezionamento. Il complice, una volta scaricata la merce, riscuoteva in contanti il pagamento della fattura – circa 500 euro – e si allontanava immediatamente con la scusa di effettuare altre consegne.
Successivamente per i titolari dei ristoranti arrivava poi l’amara scoperta, poiché il giorno prenotato dal falso prete per il pranzo non è arrivato nessun fedele ed è a questo punto che i ristoratori hanno compreso di essere stati raggirati.
L’INDAGINE – Uno di loro ha anche sporto denuncia ai carabinieri della stazione di Pesco Sannita che, nelle loro indagini, hanno anche portato alla luce ulteriori tre truffe mai denunciate e compiute sempre dallo stesso finto prete ai danni di altrettanti gestori di ristoranti della zona.
In conclusione, dopo la raccolta e la puntuale analisi delle frammentarie informazioni fornite dai titolari dei ristoranti, i carabinieri sono riusciti ad individuare ed a denunciare “don Damiano” all’Autorità Giudiziaria.