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CRONACA

Benevento, si apre il processo “Ciotta”. Raffica di eccezioni della difesa: intercettazioni inutilizzabili

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Oggi al Tribunale di Benevento, presieduto dai giudici Fallarino con a latere Rotili e e Telaro, è iniziato il processo “Ciotta” che vede sul banco degli imputati numerosi imprenditori della provincia di Benevento, accusati di aver costituito una associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di un numero imponente di gare di appalto, effettuate dal giugno 2007 al marzo 2012 in vari comuni della Campania e del Molise.

L’inizio del dibattimento è stato caratterizzato dalle numerosi eccezioni presentate dal collegio difensivo. In particolare la difesa ha sostenuto la nullità del decreto che ha disposto il giudizio, in quanto i capi di imputazione sarebbero enunciati in maniera poco chiara ed imprecisa.

Inoltre, l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, nuovo difensore di Giuseppe Ciotta Giuseppe, detto “baffo ‘e fierr” e considerato l’organizzatore e promotore del gruppo, ha eccepito – con una articolata questione giuridica – l’inutilizzabilità delle intercettazioni sino ad ora utilizzate dalla autorità giudiziaria e poste a fondamento delle misure cautelari eseguite il 26 marzo del 2013.

Il penalista ha evidenziato che le intercettazioni, dalle quali sono emersi indizi di colpevolezza in ordine alla esistenza della associazione, furono disposte in un diverso procedimento nel corso del quale si stava procedendo per un reato di estorsione ed illeciti in materia di rifiuti.

Secondo Vannetiello, dunque, si tratterebbe di intercettazioni disposte in un separato procedimento penale per fatti completamente differenti rispetto alle turbative di asta per le quali si procede, circostanza che non consentirebbe la utilizzazione a fini probatori nel processo in corso.

Si tratta di questioni giuridiche molto rilevanti, secondo la difesa, in quanto l’accoglimento della prima eccezione determinerebbe la regressione del procedimento nella fase delle indagini preliminari, mentre l’accoglimento della seconda – quella sulla inutilizzabilità delle intercettazioni – farebbe venir meno una delle prove più significative della mega-inchiesta, sfociata nella emissione di undici ordinanze di custodia cautelare e che determinò anche il sequestro e la confisca di beni materiali e società, riconducibili alla famiglia Ciotta.

La replica da parte del pubblico ministero e la decisione in ordine alla fondatezza delle eccezioni è prevista per il prossimo 5 marzo.

Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Alfonso Furgiuele, Antonio Leone, Angelo Leone, Roberto Prozzo.

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