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Tpl, la Filt Cgil contro il bando di gara regionale: “Concentrare gli sforzi per evitare tagli ai servizi”

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Lunga nota del segretario generale della Filt Cgil Avellino-Benevento, Carlo Finozzi, che interviene in merito alla questione del trasporto pubblico locale e agli ultimi sviluppi sul territorio sannita.
“Negli ultimi giorni sulla stampa si sta molto parlando di trasporto pubblico locale, vista la decisione della Giunta della Regione Campania di indire una procedura ristretta per l’affidamento dei servizi minimi tpl di interesse e ambito regionale su ferro, gomma e mare, la cui 1° fase, entro il 10 dicembre, prevede la pre-qualifica dei candidati.
Le organizzazioni sindacali hanno sempre sostenuto negli ultimi anni che il procedere con le gare, in questo momento storico, non fosse necessario e utile per la Campania e per il settore considerato che quasi tutte le aziende che operano in regione sono in grande difficoltà finanziaria e organizzativa, conseguenza anche dei pesanti tagli ai corrispettivi per il servizio che si sono avuti a partire dal dicembre del 2010 ad ora, oltre che alla gestione inefficiente e clientelare di molte aziende pubbliche partecipate.
La stessa gara, come evidenziato in una nota della scrivente del 31 ottobre scorso, indirizzata ai due Presidenti delle Province e ai due Sindaci dei comuni capoluogo prevede ulteriori e pesanti riduzioni ai servizi sia su ferro che su gomma per i territori afferenti le province di Avellino e Benevento.
È su questo che a nostro parere si devono concentrare tutti gli sforzi del territorio per evitare che queste terre subiscano l’ennesimo indiscriminato taglio dei servizi all’utenza, che poi è l’oggetto stesso della gara.
A luglio scorso le organizzazioni sindacali tutte in un convegno, al quale furono invitati l’Assessore Regionale ai Trasporti e le istituzioni locali, lanciarono l’allarme sullo stato del TPL e in considerazione di quanto rappresentato, si concluse che fosse grave ed inaccettabile la decisione della Giunta Regionale della Campania di approvare la delibera sugli atti di indirizzo per l’affidamento mediante gare dei servizi minimi di trasporto in Campania.
La contrarietà all’iniziativa della Giunta Regionale era ed è per i seguenti motivi: si mettono in discussione i livelli occupazionali; rappresenta lo smembramento e la svendita delle aziende pubbliche che, nelle attuali condizioni, sarebbero impossibilitate a partecipare alle gare; continuerebbe l’attuale frammentazione delle aziende (circa 139 in Campania) con le note conseguenze di inefficienza del servizio, sprechi economici e spesso mancato rispetto del CCNL; il settore del TPL è privo di ammortizzatori sociali per cui gli esuberi di personale comporterebbero automaticamente il licenziamento dei lavoratori addetti; per il forte rischio di infiltrazione camorristica, l’unica “organizzazione” in grado di disporre di liquidità; l’obiettivo di quella iniziativa era quello di chiedere ai Comuni Capoluoghi, alle Province ed agli Amministratori Delegati delle aziende partecipate di esplicitare formalmente la loro opposizione alle gare e di agire anche con ricorsi giudiziari nei confronti della Giunta Regionale.
Abbiamo richiesto il rinvio delle gare al 2019, così come è consentito dal regolamento 1370/2007 della C.E., e nella fase di transizione l’affidamento diretto dei contratti di concessione dei relativi servizi (in House) oppure la gara a doppio oggetto che individui il socio, cui deve essere conferita una partecipazione non inferiore al 40%. Sono queste le scelte per evitare rischi di licenziamenti collettivi.
In Italia, tutti i settori che hanno subito processi di riorganizzazione hanno goduto di un sistema di regole e di ammortizzatori sociali strutturali per tutelare i lavoratori.
L’affidamento dei servizi mediante gara pubblica, prima di avere una legislazione di supporto a tutela dei lavoratori che non troveranno proficua occupazione, avrebbe un impatto sociale drammatico. Questo è il livello di scontro.
Rinviare per il momento la gara e procedere con le tipologie di affidamento su menzionate riuscirà a dare un futuro al T.P.L. ed a garantire i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori.
Dopo aver affrontato questi nodi, cioè il contenuto delle gare, si può ragionare del contenitore, cioè di chi dovrà gestire il servizio. La FILT ha sempre sostenuto una gara unica regionale e sarebbe ideale anche un lotto unico poiché il trasporto deve essere visto come un processo industriale unico, capace di essere strumento di sviluppo e crescita per un territorio, non merce e possibilità di lucrare facili guadagni a scapito di cittadini e lavoratori.
Il vantaggio della gara unica regionale oltre a quello della razionalizzazione e del superamento delle duplicazione dei servizi e quindi di risparmio di risorse da utilizzare per aumentare i servizi, ha anche il vantaggio che le aziende che possono rispondere al bando devono per forza essere grandi aziende strutturate pubbliche o private, quelle sì che garantiscono diritti e tutele ai lavoratori e agli utenti.
La nostra posizione è sempre stata chiara: auspichiamo che aziende strutturate, e noi propendiamo per quelle pubbliche, specialmente quelle che funzionano bene, vengano sul territorio sannita per garantire diritti e tutele ai lavoratori ed efficienza e efficacia dei servizi erogati ai clienti del TPL.
Così come abbiamo sempre ribadito che una AMTS in salute, se può, deve mettersi in sinergia con altre aziende per poter essere protagonista anche nella futura gara, naturalmente con un management figlio delle competenze e non di appartenenza politica.
In questi giorni troppo spesso si è parlato di beneventani o avellinesi, quasi come di un derby calcistico, ma ricordiamo a tutti che, se ci sarà gara, sarà aperta a tutti per cui si potrebbero avere competitor anche provenienti al di fuori della regione, finanche stranieri.
Vi è il rischio, che sotto forma di consorzi, si ripresentino per aggiudicarsi i servizi gli stessi attori che già ci sono ora in regione, che sperano di poter competere, semmai vincere, mantenendo ognuno la propria ragione sociale e i servizi già di propria competenza. Anche questo è un pericolo che bisogna evitare.
Questo è il dramma che vivono quotidianamente utenti e lavoratori del settore, per questo non condividiamo ragionamenti che non affrontano i nodi veri nascenti da questo bando emanato dalla Regione Campania.
La politica affronti le problematiche nella loro complessità, ragionando sugli effetti delle gare sui livelli di qualità, quantità ed efficacia del servizio erogato e sulle ricadute occupazionali.
Al contrario, in questi giorni, stiamo assistendo ad un profluvio di dichiarazioni, di slogan capziosi che solleticano istinti ancestrali di appartenenza e che non affrontano seriamente la discussione. Non vorremmo che invece di parlare dei problemi, si parli alla pancia della gente, leghizzando ed esasperando le questioni, tuonando, in nome di un insano campanilismo, contro possibili soluzioni alla gestione dei servizi.
Dov’era la politica sannita, in tutte le sue composizioni, anche con responsabilità amministrative, quando si riducevano i servizi mentre le forze sociali, inascoltate come Cassandre, lanciavano l’allarme e chiamavano a far fronte comune contro questi, è qui è il caso di dirlo, soprusi?
Questa organizzazione, 4 anni orsono, suggerì che l’azienda urbana poteva avere delle sinergie con altre aziende ben strutturate, presenti sul territorio regionale, per evitare contraccolpi che già si presagivano allora e che si sono alla fine concretizzati.
Perché non lo si è fatto? Ora, con una situazione così drammatica e spaventosa, si chiama alle armi tutto il territorio contro l’invasore straniero!!! Ma siamo proprio fuori dal mondo!!!
Difendere l’indifendibile, cioè il territorio già saccheggiato, è tentativo sciocco e presuntuoso perché non ci si rende conto che, dopo lo scempio e il silenzio degli ultimi quattro anni, per un meschino e sciagurato provincialismo, si ha paura che qualche azienda, anche pubblica, che ben ha operato, possa intervenire nel Sannio.
Nel frattempo, però, in un recente incontro del 14 ottobre, Sindaco, amministratori societari e qualche sindacato si sono accordati per una selezione interna per avanzamenti di personale e per l’inquadramento del personale ASU presso il Comune. Mentre Roma bruciava, Nerone cantava accompagnandosi con la cetra!!! Piena solidarietà ai lavoratori ASU, sbattuti incolpevolmente da una parte all’altra, ma ci si chiede se era proprio necessario, con una situazione aziendale di questo livello, alla vigilia di un bando di gara, procedere in tal senso. Ecco perché ancora una volta siamo fuori dal mondo.
Invece di accendere focolai di inutili contrapposizioni territoriali, si definisca chiaramente con la stazione appaltante quali e di che provenienza debbano essere i chilometri utili per rispondere ai requisiti previsti per poter partecipare alla gara.
Non ci si può affidare ad una valutazione fatta in un colloquio, anche se ufficiale, perché una errata valutazione comporterebbe la non qualifica alla gara. E non sempre questo assessore l’ha imbroccata giusta. Attenti quindi a questi illustri consiglieri. Si vuole ricordare che sono in ballo i servizi per i cittadini che saranno ulteriormente ridotti
e del destino di circa 800 lavoratori e delle rispettive famiglie perché, con le normative attuali, i livelli occupazionali non sono garantiti, così come ribadito ieri dall’Assessore Vetrella alle organizzazioni sindacali che chiedevano che fosse estesa per tutti nel bando la clausola sociale e che al contrario ha affermato che è prevista solo ed esclusivamente per i servizi minimi messi a bando.
La conseguenza immediata dell’affidamento tramite questa capitolato di gara è il licenziamento di tanti lavoratori. Questo è lo sconcertante panorama del TPL che si presenta oggi e che dovremmo con tutte le nostre forze tentare di sovvertire, ma non proponendo soluzioni gattopardesche in cui tutto cambia affinchè nulla cambi o l’inutile difesa di qualcosa che non c’è più in nome di uno sciovinismo d’antan e di un becero populismo”.