CRONACA
“Operazione Beccaccia”, la Cassazione fissa nuova udienza per Piscopo dopo il ricorso del legale

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E’ stato condannato a 21 anni di reclusione, ma potrebbe ritornare presto in libertà se il prossimo 8 gennaio la Cassazione dovesse accogliere il ricorso presentato dal suo legale.
Arpino Piscopo, 44enne di Benevento, nell’estate del 2009 era stato condannato dal Tribunale di Benevento ad una pena di 23 anni, poi ridotta nel 2012 a 21 in appello e confermata l’anno successivo in Cassazione, per associazione a delinquere finalizzata alla vendita di sostanze stupefacenti.
Secondo i giudici, l’uomo gestiva e organizzava l’intera organizzazione criminale. Nella sentenza, il Tribunale di Benevento spiegava che l’imputato “aveva preso in mano le redini della famiglia, storicamente collegata a gruppi camorristici, già integrati negli anni ‘80 alla N.C.O. di Raffaele Cutolo”.
Dopo la conferma della riduzione della condanna, Piscopo non si è arreso e ha conferito l’incarico all’avvocato Dario Vannetiello, del Foro di Napoli, di inoltrare un ricorso straordinario per errore di fatto. Spetterà ora al legale dimostrare che i magistrati siano incorsi in evidenti e inoppugnabili errori nella motivazione della sentenza. Un’azione legale non semplice, visto che solo una percentuale bassissima di ricorsi di questo tipo viene dichiarata ammissibile e ridiscussa in una relativa udienza con giudici di un’altra sezione della Cassazione.
L’8 gennaio, dunque, si tornerà in aula e l’avvocato Vannetiello cercherà di convincere la Corte che è necessario procedere ad un nuovo giudizio in Corte di appello alla luce della fondatezza delle questioni giuridiche sollevate, per ora ritenute di interesse dalla Cassazione che vuole ascoltare oralmente la difesa. Se la difesa dovesse aver ragione in quella sede, Piscopo verrebbe rimesso in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare, affrontando il nuovo giudizio in Corte di appello in stato di libertà.
Come si ricorderà, Arpino Piscopo era finito in manette a seguito della vasta operazione della Questura, denominata “Beccaccia”, che portò all’emissione di 25 ordinanze di custodia cautelare per spaccio di droga in città.