Valle Caudina
Area industriale di Durazzano, la lettera di un’impresa: “Noi veri e unici danneggiati dalla gestione”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da una società, la Ecoepoque Srl, impegnata nella realizzazione di complementi di arredo e stampe digitali, con sede a Durazzano, che vuole raccontare la sua storia in merito alla gestione della nuova area industriale P.I.P. Campolopisco del comune caudino. Nella nota l’impresa si definisce “vera e unica danneggiata sinora dalla pessima gestione”.
“La società – scrive – ha acquistato il 5 marzo 2012 un terreno nella nuova area PIP di Durazzano per realizzare una start-up innovativa “made in Campania”. Ecoepoque, infatti, realizza allestimenti e complementi d’arredo con materiali eco-compatibili di pregio adoperando l’innovativa tecnologia della fresatura e stampa digitali.
L’area doveva essere dotata, come è normale che sia, di tutte le opere di urbanizzazione primaria. La realtà però si è rivelata del tutto diversa. Ecoepoque ha realizzato il suo capannone a distanza di un anno, sul finire del 2013. Ed allora si è trovata di fronte uno scenario surreale: in merito alla distribuzione elettrica non esistevano cavi di sorta, né cabina secondaria; in merito alla rete telefonica non sussistevano i cavi; riguardo alla rete idrica e fognaria non esistevano gli allacciamenti alla rete principale urbana.
E questo nonostante i tecnici del Comune avessero dato il benestare alle opere dichiarando la sussistenza delle stesse (si precisa che la Giunta ed i tecnici non erano gli stessi in carica ad oggi).
In questo scenario di dissesto Ecoepoque è la vera danneggiata e ad oggi risulta ancora l’unico insediamento attivo nell’area PIP, che avrebbe anche un elevato potenziale di sviluppo viste le elevate competenze artigianali dell’area.
Eppure, con grande sacrificio e perseveranza Ecoepoque è andata avanti e riteniamo sia interessante raccontare quali disagi ha dovuto riscontrare: per quanto concerne la rete elettrica ancora oggi la situazione non è risolta. La società ha dovuto acquistare 2 generatori alimentati a gasolio per poter iniziare la produzione.
Questo comporta aggravi di costo notevoli e soprattutto anche l’oggettiva difficoltà di dover quotidianamente reperire taniche di gasolio per alimentare il generatore.
L’Enel Distribuzione è stata interessata della vicenda ed ha mostrato grande disponibilità e sensibilità, arrivando finanche a proporre la realizzazione in proprio delle cabine.
Tuttavia ad ottobre 2014 la situazione non si è ancora sbloccata; per quanto concerne la rete idrica per fortuna nei primi mesi del 2014 si è provveduto a sistemazione; infine, per la rete telefonica nessun avanzamento tantoché Ecoepoque ha provveduto ad installare una connessione per telefono ed internet via satellite, che non garantisce certamente la stessa stabilità di una linea fissa.
In tutto questo scempio, il Comune si è dichiarato parte lesa nella vicenda, si è più volte dimostrato solidale con Ecoepoque ma non ha ancora espletato le incombenze a suo carico che sbloccherebbero le opere di urbanizzazione mancanti.
Tuttavia non siamo più in una fase in cui si possa temporeggiare, occorre trovare le soluzioni più rapide per garantire almeno l’alimentazione dell’energia elettrica.
Allo stesso tempo è stato aperto anche un fascicolo presso la Procura della Repubblica di Benevento, che ci auguriamo possa portare in tempi brevi ad individuare le responsabilità di quanto accaduto. Anche sul fronte delle indagini però è passato circa un anno senza sviluppi significativi.
Nel compenso Ecoepoque ha avviato le sue attività, con grande spirito d’iniziativa ha dato anche lustro alla provincia di Benevento partecipando a fiere nel settore arredo in Italia e all’estero.
Ci piacerebbe che le imprese possano concentrarsi sul loro lavoro e sulla sfida ai competitors sui mercati nazionali ed esteri, che è difficilissima. Purtroppo invece in Italia le energie, le risorse, gli sforzi devono essere dirottati sulle carenze del sistema Paese, che tra mille rivoli e istituzioni riesce sempre a rendere difficili le cose più semplici.
Si possono trattare così delle start-up fatte da giovani? E’ pensabile che attireremo e faremo prosperare imprese con questa mediocrità?”.