AMBIENTE
Caccia al cinghiale, Serino (Anuu) contro l’approvazione del nuovo disciplinare

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Riceviamo la nota inviata da Cesare Serino, rappresentante provinciale dell’ANUU (Associazione dei Migratoristi Italiani per la Conservazione dell’Ambiente Naturale), che critica l’approvazione della delibera commissariale sul nuovo disciplinare per la caccia al cinghiale.
“Il vento di Pompei ha agitato negli ultimi giorni settembrini gli animi degli appassionati del prelievo venatorio, in particolare di quelli dediti alla caccia al cinghiale nella provincia sannita.
E’ del giorno 26 Settembre 2014 la Delibera del Commissario Straordinario alla Provincia di Benevento, la numero 134, così come riportato nell’ albo pretorio provinciale, che annuncia l’approvazione del nuovo disciplinare per la caccia al cinghiale.
Tale delibera revoca e sostituisce la delibera numero 512 del 10 Settembre 2010, delibera di giunta provinciale avente in oggetto all’epoca sempre il disciplinare della caccia al cinghiale, ma in effetti è comunque una delibera già superata.
Il 18 Maggio 2011, infatti, con delibera numero 28 il Consiglio Provinciale di Benevento approva all’unanimità, il Regolamento di Caccia al Cinghiale,con validità quinquennale.
Il Regolamento rappresenta in effetti la sintesi analitica di dettagliati e minuziosi nonché regolari e documentati incontri programmati dal Settore deputato della Provincia, tra tutte le componenti organizzative di categoria, non solo, ma è stato anche oggetto di attenzione e valutazione della Commissione Provinciale Agricoltura che all’epoca indisse una riunione aperta, su sollecitazione dell’Anuu, dell’EPS, della Pro Segugio e dell’Enci a tutte le componenti rappresentative del mondo venatorio, da quelle agricole a quelle ambientali.
Tali gruppi di lavoro, regolarmente all’epoca convocati e documentati, portarono alla Delibera di Consiglio Provinciale del Regolamento Caccia al Cinghiale. In effetti questa ultima delibera del Commissario Straordinario della Provincia, la numero 134 del 26 Settembre abroga una delibera, la 512 del 10 Settembre 2010 già nulla di per sé, in quanto appunto è dal maggio 2011 che è in vigore il vero Nuovo Regolamento di Caccia al Cinghiale, deliberato infatti dal Consiglio Provinciale.
Questa brezza settembrina in effetti ha alimentato gli animi a chi insegue il suide selvatico sannita, forti di tanta recentissima normativa legislativa in merito, anche perché nella delibera ultima del Commissario Straordinario, sono evidenti e rilevati una presa d’atto ed un gruppo di lavoro.
La presa d’atto evidenziata dal Commissario Straordinario è relativa ad una seduta del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Provinciale, organo consultivo della Provincia, effettuata in data 24 Settembre da numero sette componenti su diciannove, da come riferito e certificato da alcuni presenti, ma in particolar modo tra questi sette componenti non erano presenti neppure i componenti sostanziali e rappresentanti della Provincia, ovvero né il funzionario, né il dirigente (la loro non presenza infatti invalida la seduta).
Tra l’altro è opportuno evidenziare che tale seduta del C.T.F.V.P. del 24 Settembre viene autoconvocata dai componenti stessi durante la regolare seduta del giorno 16 Settembre con i seguenti due argomenti all’ordine del giorno, Proposta dell’ ATC di modifica del Regolamento Caccia al Cinghiale e Criteri di prelievo della specie Lepre.
Successivamente giunge in posta elettronica ad alcuni componenti del comitato tecnico ma non a tutti, proveniente da un indirizzo di posta elettronica privata nonché aziendale di una nota banca, una integrazione a tale ordine del giorno, il Piano Faunistico Venatorio Provinciale.
La presa d’atto del documento del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Provinciale della seduta del 24 definito ad unanimità (presenti, ripeto, come da attestazioni di presenti, sette componenti su diciannove e dei sette presenti appunto nessun rappresentante della Provincia) e con argomenti aggiunti all’ordine del giorno inoltrati ai componenti per conto di una azienda privata, penso siano notizie ed argomenti poco noti al Commissario Straordinario della Provincia, per il quale noi tutti nutriamo immensa stima e rispetto, ma ritengo che se fosse stato informato in tempo opportuno avrebbe certamente attivato la sua maggiore attenzione sull’argomentazione in questione.
D’altronde nella delibera è presente anche una evidenza ed un riferimento ad un gruppo di lavoro per il quale il sottoscritto ha chiesto copia conforme la costituzione ed il proprio operato, così come è stato chiesto sempre ai sensi della legge sulla trasparenza degli atti amministrativi, copia del documento di riferimento nella delibera numero 103 relativa all’anticipo addestramento cani e non ancora recapita al sottoscritto ad oltre un mese dalla richiesta.
Questo comunicato non vuole essere pleonastico o ledere ma vuole onorare i principi indissolubili della trasparenza, il rispetto delle regole e soprattutto vuole evidenziare l’importanza dei documentati tavoli di concertazione, perché è piena convinzione culturale che con la volontà di tutti, tutto può essere migliorabile, tutto può essere concordato con massima visibilità senza ricorrere ad alcun sotterfugio e tutto può essere perfezionato con la massima espressione della civiltà, la democrazia.
La caccia è cultura, è rispetto delle tradizioni, è rispetto degli uomini che la compongono, la caccia è un’attività produttiva che non deve alimentare antagonismi né arrivismi, ma soprattutto è un’attività aggregativa che rinnova le memorie delle tradizioni rurali proiettandole al futuro.
La caccia non è il cavallo di galoppo per raggiungere la vittoria, né il cavallo di troia per annientare il nemico. La caccia è un’antica arte e lasciamo che sia tale, adeguandola all’attuale realtà e lasciandola alle future generazioni come un modo di essere, di vivere”.