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ECONOMIA

Falanghina del Sannio e IGP – Falanghina: c’è il decreto regionale con cui non è consentita la rivendicazione degli esuberi

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Sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania (numero 51 del 21 luglio) è stato pubblicato il decreto a firma del dirigente del Dipartimento della salute e delle risorse naturali della Regione (numero 136 del 21 luglio 2014) con cui non è consentita la rivendicazione degli esuberi del 20% Falanghina del Sannio DOP a IGP tipologia falanghina a partire dalla vendemmia 2014.

Il disciplinare di produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata ‘Falanghina del Sannio’, approvato con decreto ministeriale del 30 settembre 2011, prevede all’articolo 4.3 che la Regione Campania, su proposta del Consorzio di Tutela sentite le Organizzazioni di categoria, può fissare i limiti massimi di uva rivendicabili per ettaro inferiori a quelli previsti dal disciplinare di produzione in rapporto alla necessità di consentire un migliore equilibrio di mercato, dandone immediata comunicazione all’organismo di controllo.

In merito, il Sannio Consorzio Tutela Vini Sannio, con nota del 3 luglio scorso ha richiesto, appunto, di non consentire la rivendicazione a IGP tipologia Falanghina degli esuberi di produzione del 20% della DOP Falanghina del Sannio a partire dalla vendemmia 2014.

“La misura che andrà a regolare la prossima vendemmia – dichiara il presidente del Consorzio, Libero Rillo – rappresenta una delle leve a disposizione dei Consorzi di tutela per regolare l’offerta, salvaguardando gli interessi dei produttori e garantendo sempre maggiore qualità ai consumatori.

Una misura che mira ovviamente a tutela del vitigno anche dal punto di vista della forza del brand. Del resto, recenti studi economico-scientifici condotti da importanti istituzioni, hanno dimostrato che questo vitigno tipicamente sannita, in termini d’immagine e di visibilità, rappresenta uno dei marchi più forti nello scenario vitivinicolo della Penisola, con un valore che si aggira intorno ai 90 milioni di euro.

Un discorso che è anche qualitativo, considerato i riconoscimenti sempre più importanti che arrivano dalle guide e dalle pubblicazioni nazionali e internazionali del mondo del vino. Il nostro obiettivo – conclude Rillo – è quello di continuare lungo questo percorso di miglioramento qualitativo, conquistando sempre più la fiducia dei consumatori”.

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