Valle Telesina
A Telese Terme pronto il progetto “Hachiko” per contrastare il randagismo in modo innovativo

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Prevenire e contenere il fenomeno del randagismo, anche attraverso l’istituzione del cane di quartiere. Ma pure realizzare campagne di affido responsabile, sensibilizzando studenti e cittadini con incentivi. E ancora: sterilizzazione e microchippatura dei cani ricoverati presso la struttura convenzionata; realizzazione di attività di controllo da parte di Polizia municipale e attivazione del servizio di Guardie zoofile e ambientali.
Sono questi alcuni degli aspetti discussi a Telese Terme con il progetto “Hackiko”, una iniziativa che prende il nome da una storia vera e dal celebre film di Richard Gere. L’idea è un vero e proprio piano organico di interventi predisposti insieme con Asl, Istituto Comprensivo, IIS ‘Telesi@’, Università Federico II, Centro cinofilo del Taburno, Liverini SPA, ENPA, ENCI e Legambiente Campania.
Tra le finalità ci sono la necessità di sperimentare forme di intervento che a regime possano portare ad una diminuzione delle spese per il comune, ma soprattutto candidare il progetto al finanziamento da parte di istituzioni ed enti privati.
Tutti gli atti, a partire dalle linee guida per l’adozione responsabile dei cani, saranno consultabili, tra qualche giorno, sul sito del Comune di Telese Terme. Nelle prossime settimane il Consiglio discuterà il Regolamento diritti animali e il Regolamento di Polizia Ambientale e Rurale.
Un primo appuntamento pubblico è previsto invece per domenica 29 giugno, mentre le azioni di sistema saranno organizzate a partire dall’estate.
A valle della riunione, gli esperti dell’università e del Centro cinofilo hanno effettuato un sopralluogo, allo scopo di visionare le zone frequentate dal branco più numeroso, che sarà oggetto di interventi mirati.
“Vogliamo sperimentare – spiegano dalla Giunta – forme innovative ed efficaci per affrontare il problema del randagismo e promuovere una cultura avanzata sui diritti degli animali. Pensiamo ai moduli didattici di zooantropologia.
Non è stato facile mettere assieme tutti i protagonisti, che ringraziamo per la disponibilità. Ora proveremo a costruire un sistema di azioni, il cui effetto sarà costantemente monitorato e verificato.
Nessuno – conclude – ci può garantire il successo, ma il nostro tentativo è di affrontare le cause profonde di un fenomeno che è da addebitare in gran parte all’incuria degli umani. Né tutto si può ridurre a rinchiudere gli animali in gabbia: oltre che immorale, tale pratica diventa, alla lunga, economicamente insostenibile”.