CRONACA
Bari, sequestrate quasi 43 tonnellate di materie plastiche destinate ad un’impresa sannita. Una denuncia

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Nel corso del monitoraggio degli automezzi in transito nell’area portuale di Bari i finanzieri, insieme ai funzionari del Servizio Vigilanza Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno controllato due autoarticolati che trasportavano 42.900 chilogrammi di cascami, ritagli e avanzi di materie plastiche provenienti dall’Albania e diretti a una azienda della provincia di Benevento.
Il prodotto, secondo la documentazione esibita, era da considerare assimilabile alle cosiddette ‘materie prime secondarie’, derivanti dal recupero e dal riciclo delle materie plastiche, disciplinate da una specifica normativa internazionale Uniplast.
La legge contempla una serie di riferimenti di natura tecnica per definire le caratteristiche che devono possedere i prodotti della specie per poter essere riciclati e consentire, quindi, un risparmio di materie prime vergini.
In particolare, la conformità delle ‘materie prime secondarie’ va documentata con una perizia giurata rilasciata da un organismo riconosciuto.
Inoltre, durante il trasporto i relativi imballaggi devono riportare la marcatura prevista, nonché l’indicazione del lotto di produzione, della data di produzione, dei dati del produttore ed il richiamo alla norma Uniplast applicata.
Nello specifico, è stato, invece, constatato che il materiale trasportato era carente dei requisiti previsti e, quindi, assimilabile ad una ‘spedizione transfrontaliera di rifiuti’, integrando il reato di ‘traffico illecito di rifiuti’ di cui all’articolo 259 del ‘Testo Unico Ambientale’ del 2006.
Sono state perciò sequestrate 42,9 tonnellate di scarto da plastiche e gli autoarticolati impiegati per il trasporto. Il rappresentante legale della società sannita destinataria del carico è stato denunciato.