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Sindacati

Aumentano le sanzioni per lavoro nero, mancato rispetto dell’orario lavorativo e dei riposi

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La Uil di Benevento rende noto che lo scorso 21 febbraio è entrata in vigore la legge n. 9/2014 di conversione del decreto destinazione Italia n. 145/2013. In sede di conversione è stato modificato l’articolo 14, contenente misure per il contrasto del lavoro sommerso e irregolare. Esso reca l’aumento del 30% delle sanzioni amministrative previste in caso di lavoro nero.

I nuovi importi delle sanzioni sono:
a) “maxi sanzione” (lavoro nero mai regolarizzato): compresa tra i 1.950 e 15.600 euro (a fronte della vecchia sanzione: dai 1.500 ai 12.000 euro) a cui si somma la sanzione aggiuntiva di 195 euro per ciascuna giornata lavorata in nero (a fronte dei precedenti 150 euro);

b) “mini/maxi sanzione” (lavoro nero, poi regolarizzato): compresa tra 1.300 e 10.400 euro (a fronte dei 1000 euro fino ad 8 mila euro del passato) a cui si aggiungono 39 euro per ogni giornata di lavoro irregolare (precedentemente erano 30 euro). A tal proposito, va detto che le sanzioni non sono più diffidabili, ciò significa che tutte le violazioni commesse a partire dal 21 febbraio 2014, non potranno essere pagate nell’importo minimo;

c) aumentano del 30% anche gli importi delle somme dovute dal datore di lavoro in caso di revoca del provvedimento di “sospensione dell’attività imprenditoriale”:
– se la sospensione deriva dalla presenza di una percentuale di lavoratori in nero pari o superiore al 20% degli occupati: 1.950 euro (era di 1.500 euro)
– se la sospensione deriva da reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza: 3.250 euro (erano 2.500 euro). A tal proposito, va detto che non si procede a sospensione dell’attività in caso di micro impresa con in forza un solo dipendente;

d) raddoppiano (non vengono decuplicate, come era previsto nella precedente versione del decreto legge n. 145/2013), le sanzioni connesse ai seguenti illeciti inseriti nel decreto legislativo n. 66/2003:
– superamento del limite di durata massima settimanale dell’orario di lavoro, compreso lo straordinario: da 200 euro a 1.500 euro (se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori, la sanzione va da 800 a 3mila euro; se si riferisce a più di dieci lavoratori, la sanzione va da 2mila a 10 mila euro);
– mancato rispetto al riposo giornaliero (di 11 ore consecutive ogni 24 ore): da 100 euro a 300 euro (se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori, la sanzione va da 600 a 2mila euro; se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori la sanzione va da 1800 euro a 3mila euro).
– mancato rispetto del diritto al riposo settimanale (di almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni): da 200 a 1.500 euro (se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori, la sanzione va da 800 a 3mila euro; se si riferisce ad oltre 10 lavoratori, la sanzione va da 2mila a 10 mila euro).

Gli introiti derivanti dalle suddette sanzioni, confluiranno nel Fondo sociale per l’occupazione e formazione e 10milioni di euro annui, a decorrere dal 2014, verranno destinati a un apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero del Lavoro per una maggiore efficienza della vigilanza e per iniziative per combattere il sommerso.

La disposizione legislativa prevede, inoltre, l’integrazione della dotazione organica degli ispettori del Ministero del Lavoro, per complessive 250 unità: 200 ispettori con il profilo amministrativo e 50 con il profilo tecnico da destinare nelle Regioni del Centro-Nord.

Sembra, poi, orientato ad un miglior coordinamento tra i diversi soggetti preposti alla vigilanza (Inps, Inail, Ministero del Lavoro), la disposizione normativa che vede nel Ministero del Lavoro il soggetto preposto ad approvare la programmazione di tali Enti.

“Nel decreto n. 9/2014 – commenta Fioravante Bosco, segretario generale della Uil sannita – è stata inserita la disposizione, di non chiara interpretazione, che prevede entro la fine di aprile 2014, l’emanazione di un decreto ad hoc del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero delle Finanze, volto alla individuazione di forme di implementazione e razionalizzazione dell’utilizzo del mezzo proprio in un’ottica di economicità complessiva finalizzata all’ottimizzazione del servizio reso da parte del personale ispettivo del Ministero. Ciò per ovviare al problema della mancanza di mezzi di trasporto dell’amministrazione che impedivano, in qualche caso, l’espletamento dei controlli”.

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