ECONOMIA
Infanzia difficile per i bambini in Campania: abbandonano le scuole, sono in sovrappeso e 130mila vivono in povertà assoluta
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130.000 in povertà assoluta, l’11,7% della popolazione minorile rispetto ad una media nazionale del 10,3%. Oltre 260.000 i bambini e gli adolescenti campani risiedono in comuni in default o sull’orlo del fallimento. Il 76,8% delle famiglie con minori ha ridotto la quantità e la qualità della spesa per almeno un bene alimentare, mentre i consumi non alimentari sono stati tagliati di 151 euro al mese; in Campania, uno dei tassi di dispersione scolastica più preoccupanti con il 21,8% dei minori che abbandonano gli studi prematuramente.
Uno zoom sulle condizioni sempre più drammatiche dei minori in Italia nel 4° Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save the Children che sottolinea la stretta relazione fra povertà e bassi livelli di istruzione, competenze, salute, opportunità di bambini e ragazzi.
È il contrario di ciò che dovrebbe essere l’infanzia e di come dovrebbe essere il nostro paese per le sue giovani generazioni ciò che emerge ne “L’Italia SottoSopra”, il 4° Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia di Save the Children, diffuso stamattina alla presenza, tra gli altri, del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini, dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Vincenzo Spadafora, del Dirigente nel Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria della Banca d’Italia Paolo Sestito, del Direttore Dipartimento Statistiche Sociali ed Ambientali ISTAT Linda Laura Sabbadini (diretta twitter #ItaliaSottosopra).
Una condizione di svantaggio che sempre più spesso va di pari passo con una notevole contrazione o inadeguatezza dei servizi socio-educativi e socio-sanitari: per esempio in Campania, pur non essendo diminuita, resta tuttavia una delle più basse d’Italia la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici, pari al 2,8%; e una contrazione riguarda anche il numero di consultori, ridottisi di 20 unità.
Il 27,7% di ragazzini di 8/9 anni è in sovrappeso – dato più alto a livello nazionale – e uno su cinque è in condizioni di obesità: il cibo buono costa e il 76,8% di famiglie con bambini in Campania ha ridotto la qualità/quantità per almeno un bene alimentare. Ancora maggiore la riduzione dei consumi non alimentari: -151 euro in meno al mese.
E in parallelo con la povertà economica cresce purtroppo anche la povertà d’istruzione: è del 22% in Campania la quota di early school leavers, la quota cioè dei giovani dai 18 ai 24 anni d’età in possesso della sola licenza media e che sono fuori dal sistema nazionale di istruzione e da quello regionale di istruzione e formazione professionale. Iil valore più alto dopo Sardegna e Sicilia.
I problemi però per i bambini campani iniziano ancora prima della nascita. A Benevento per esempio ben il 5% delle mamme in dolce attesa effettuata la prima visita ginecologica dopo 11 settimane. Secondo i dati dell’ASL il 30% dei bambini beneventani nasce in una famiglia dove la madre ha un’istruzione che si ferma alla scuola dell’obbligo; il 9,5 % dei bambini ha un padre senza lavoro.
“In questa fase di crisi i bambini e gli adolescenti si ritrovano stretti in una morsa: da una parte c’è la difficoltà di famiglie impoverite, spesso costrette a tagliare i consumi per arrivare alla fine del mese, dall’altra c’è il grave momento che attraversa il Paese, con i conti in disordine, la crisi del welfare, i tagli dei fondi all’infanzia, progetti che chiudono. In mezzo 130.000 bambini in povertà assoluta, in contesti segnati spesso da disagio abitativo, alti livelli di dispersione scolastica, disoccupazione giovanile alle stelle”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia.
(Foto Francesca Leonardi per Save the Children)