Comune di Benevento
Approvazione Tares, respinto emendamento della minoranza. De Nigris (SIL): “Maggioranza esempio di ottusaggine politica”

Ascolta la lettura dell'articolo
“L’odierno Consiglio comunale, ancora una volta, ha mostrato l’indisponibilità della maggioranza comunale a confrontarsi con l’opposizione. Perfino quando quest’ultima, in modo responsabile, vuole evitargli di commettere errori così marchiani che, oltre a danneggiare l’immagine di una città capoluogo, concorrono a delegittimare anche il suo civico concesso”. Lo scrive in una nota il consigliere comunale di Sil, Luigi De Nigris.
“Il regolamento sulla Tares approvato oggi – spiega De Nigris – è l’esempio di una ottusaggine politica che, purtroppo, nella sua stoltezza, ha trascinato con sé strutture tecniche che non hanno assunto un atteggiamento di imparzialità.
Al centro dell’ottusità politico-ammnistrativa, il corposo emendamento presentato dall’opposizione. Un emendamento – aggiunge – che prevedeva la riscrittura di alcuni articoli del Regolamento Tarsu in quanto, quello proposto, appariva fortemente difforme dal dettato normativo. Sull’emendamento si sono espressi negativamente i responsabili del settore Finanze e Tares, senza motivare il perché, e, successivamente, il Collegio dei revisori. Quest’ultimo, infatti, considerato che la richiesta prevedeva un’analisi non esperibile in giornata, invece che sospendere la seduta e riservarsi una decisione, ha direttamente espresso parere negativo. Ma tant’è!
Ciò che in primo luogo si è osservato nel proporre l’emendamento, – continua il consigliere di minoranza – è che non si sono compresi i motivi per cui la Giunta prima, ed il Consiglio dopo, non hanno adottato lo schema di Regolamento consigliato dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’economia e delle finanze.
Gli amministratori di maggioranza, evidentemente, hanno ritenuto di essere così bravi da poter fare a meno dell’aiuto del Ministero. Una scelta tanto presuntuosa che sbagliata. Basta infatti una lettura sommaria per rendersi conto della negligenza posta nella sua redazione. Al di là della forma, che pur doveva essere rivista e di numerose manchevolezze, che potevano essere colmate, il regolamento approvato è carente sotto molti punti di vista.
In prima battuta, – sottolinea – si può infatti notare che mancano del tutto le nozioni e le classificazioni dei rifiuti, nonché le loro modalità di gestione così come definite dal D.Lgs. 152/2006.
Manca una clausola di adeguamento, come prevista dall’art. 42 del modello ministeriale, così da prevedere un adeguamento dinamico all’evoluzione normativa in materia di rifiuti e di tributi.
Si fa perfino riferimento nel comma 4 dell’articolo 34 ad un articolo di legge non precisando però il provvedimento cui appartiene.
Le predette osservazioni sono ovviamente solo una parte di quelle che sono state avanzate. Infatti, ciò che è particolarmente carente nel deliberato, è il piano finanziario, ossia il fulcro di tutto, nonché le modalità di calcolo della tariffa.
Dal punto di vista del piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani, infatti, sembra che sia stato del tutto ignorato il dettato di legge.
Esso doveva essere redatto dal soggetto che svolge il servizio, cioè l’ASIA, ed approvato dall’autorità competente, ossia il Consiglio comunale. All’art. 14 del Regolamento è infatti prevista la redazione del piano finanziario, sia da parte dell’ASIA, sia del Comune. La normativa, al contrario, prevede che l’azienda che svolge il servizio redige il piano e il Consiglio comunale lo approva. Dal testo della delibera, invece, non emerge affatto che il piano sia stato redatto dall’ASIA. Vi è solo un prospetto, allegato alla delibera stessa denominato «Gestione Rifiuti – BILANCIO ANNO 2013», in cui vengono esposti i dati in una forma che più sintetica non si può.
Quella che poteva essere l’occasione di una approfondita disamina dei costi e di tutta l’organizzazione del servizio rifiuti – prosegue il consigliere Sil – è stata completamente evitata. Come al solito, non si è provveduto a fornire alcuna spiegazione, che pure è richiesta dalla legge. Manca del tutto, una adeguata relazione sui criteri e sulle motivazioni delle scelte effettuate. Anche i numeri non convincono perché non sembrano derivare da uno studio attento del processo prospettico, bensì dalla semplice riproduzione del passato e dal gonfiamento delle cifre.
Nel piano la previsione totale di entrata è pari a 16,2 milioni di euro. Ma questo dato è solo apparente, in quanto quello effettivo è di 17,1 milioni, ai quali vanno sottratti ricavi per 933mila euro. Quest’ultima cifra altro non è se non la somma di due voci del conto economico 2012 dell’ASIA: ricavi delle vendite di materiale derivante dai rifiuti e altri proventi, che coincidono al centesimo.
Persino per la voce più facile da prevedere, cioè gli ammortamenti, non ci si è presi la briga di calcolarli in base alle quote 2013.
Anche in questo caso, infatti, si è preso, «paro paro», l’importo della voce 10) del conto economico 2012 dell’ASIA. Naturalmente, nessun cenno è fatto riguardo al progetto delle isole ecologiche itineranti. Dispiace dirlo, ma da qualcuno, che nel corso della seduta si è anche rammaricato ed offeso, ci si aspettava di più. Sicuramente un cambio di passo rispetto al passato.
Vi è ancora da dire che per quanto concerne la tariffa anch’essa non risulta del tutto conforme alla normativa vigente. Infatti, se per le utenze non domestiche la differenziazione, in relazione all’attività svolta, è quella prevista dall’Allegato 1, tabelle 3a e 3b, del D.P.R. n. 158 del 1999, per quelle domestiche non è così.
Esse, infatti, ai sensi dell’allegato 1, tabelle 1a e 2, del D.P.R. n. 158 del 1999, vanno suddivise in sei categorie, ciascuna in relazione ad un determinato numero di occupanti.
Nell’allegato esplicativo della tariffazione, invece, compare una categoria del tutto nuova e non presente, appunto, nella normativa, cioè: «Non residenti o locali tenuti a disposizione», e si tratta di ben 2.174 utenze, corrispondenti quasi al 10% del totale: 23.491 unità.
Per tale categoria, inoltre, sono stati adottati i coefficienti corrispondenti a famiglie con 2 componenti. Nella regolamento approvato – conclude De Nigris – si è prevista una scalettatura diversa, per cui, in base ad essa e considerato che la superficie media della predetta categoria è pari a 103 mq, le utenze in parola dovrebbero essere assimilate alle famiglie con 4 componenti, con un coefficiente di 1,09 in luogo di 0,94. Per quanto ovvio, non è stato nemmeno specificata la motivazione sul criterio adottato”.