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La rivelazione dell’ex boss Schiavone: “Rifiuti tossici interrati anche nel Sannio”

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Negli anni ’90 il traffico dei rifiuti tossici, che la camorra “importava” dal nord Italia, ha coinvolto anche Benevento. A confermare quelle voci che in questi anni si sono rincorse come dei sospetti, le dichiarazioni dell’ex boss Carmine Schiavone contenute nel famoso documento, citato dal pentito nelle recenti interviste televisive, e desecretato per iniziativa della presidente della Camera, Laura Boldrini.
“Fino al 1991, inizio 1992, si scaricava tra la zona di Latina fino a Benevento”: rivela il boss davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. In particolare, secondo le parole di Schiavone, il clan dei Casalesi arrivava fino alla provincia di Benevento. Purtroppo nella testimonianza dell’ex boss non c’è riferimento ai luoghi precisi dove venivano sversati i rifiuti nel Sannio, ma dice solo che avevano il controllo di “tutto il Matese, fino alla zona di Benevento”e che “avevamo Mimmo Pagnozzi come nostro capo zona insediato a San Martino Valle Caudina, il quale ci gestiva i lavori per nostro conto”.
Infine, sempre con riferimento a Benevento, Schiavone parla di un traffico “apparentemente lecito” di rifiuti, tramite alcuni mezzi che dal 1990 avrebbero trasportato rifiuti tossici dalla Toscana in una discarica autorizzata della Campania. Così si seppellivano migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, scarti industriali, veleni di ogni genere. Un business che fruttava 600 milioni di vecchie lire al mese. Con il benestare della politica, senza distinzioni di partito, specifica Schiavone. Ed era il lontano 1997.