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Sindacati

Uil, chiuso il convegno “Cittadinanza Prossima”. Bosco: “Condizione imprescindibile di ogni democrazia”

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“Il tema della cittadinanza deve andare oltre il dibattito disordinato e oltre l’emotività, per questo occorre fare alcune riflessioni prima di esprimere opinioni affrettate, soprattutto, se si è componenti di organizzazioni sociali costrette, quotidianamente, a fare i conti con le difficoltà di un tema che resta irrisolto”, così Fioravante Bosco, segretario generale della Uil sannita, ha introdotto il dibattito all’interno del convegno “Cittadinanza Prossima”, che si è tenuto questo pomeriggio nella sala “Vergineo” del Museo del Sannio.

Nella sua relazione, Bosco ha poi evidenziato come “attualmente la facilità e la rapidità degli spostamenti, non solo da un paese all’altro ma da un continente all’altro, pongono nuovi problemi e la necessità di rivedere gli ordinamenti che regolano il fenomeno migratorio”.

“In primo luogo – ha dichiarato Bosco -, occorre sostenere con forza come la cittadinanza debba essere condizione imprescindibile in ogni democrazia che si definisce tale e che non può essere data o tolta sulla base di valori e disvalori praticati a seconda dei tempi. Identità e appartenenza ad una determinata comunità politica rappresentano importanti valenze sociologiche, per questo devono consolidarsi precocemente, potenziando il lavoro della scuola e della comunità. L’Italia ha una legislazione molto rigida in tema di riconoscimento della cittadinanza ed è per questo che bisogna lavorare per cambiarla”.

Nel prosieguo, Maura Luciano, psicologa e psicoterapeuta, nel suo intervento, ha evidenziato che “i migranti che si spostano per venire in Italia e in Europa, soffrono per la separazione dal proprio contesto familiare, nonché sociale e culturale. Lo sradicamento provoca una rottura nell’equilibrio psichico dell’emigrante. Infatti, l’esclusione sociale e l’assenza di una rete familiare di supporto determinano un vuoto affettivo che diventa straniero in una terra straniera, ma anche a se stesso”.

“Il lavoro sull’immigrazione – ha quindi detto Lorenza Cavuoto, responsabile della UilTemp – ha arricchito lo spessore umano delle persone, ed è un forte antidoto contro i razzismi quotidiani. Difatti, essere al servizio degli immigrati arricchisce umanamente il ruolo dell’operatore di patronato”.

“Vi è la necessità – ha auspicato, dal canto suo, l’assessore ai Servizi Sociali di Benevento, Emilia Maccauro – di costruire un ordinamento giuridico efficace, in grado di affrontare l’immigrazione non più come fenomeno congiunturale, ma strutturale. Il futuro dell’Italia è multietnico e multi religioso. Oggi – ha proseguito – le nostre città hanno vinto la sfida della convivenza, ma non quella dell’integrazione. Considerare un bambino nato in Italia, da genitori stranieri, come un immigrato significa alimentare il senso di precarietà e inadeguatezza di un’intera generazione”.

Un approfondimento sulla legislazione europea, in materia di concessione della cittadinanza, è stato poi fornito da Gabriele di Mascio, dell’Unione Italiani nel Mondo, il quale ha evidenziato come “la normativa italiana sia tra le più restrittive in Europa”. “L’Osservatorio per la democrazia dell’Unione Europea – ha concluso Di Mascio – ha elaborato alcuni indicatori relativi alla normativa sulla cittadinanza che mettono l’Italia tra i paesi meno inclusivi”.

Sul finale, Alberto Sera, vice presidente dell’Ital Uil nazionale, ha posto l’accento sulle dinamiche che si muovono sul tema dell’immigrazione: “E’ impensabile che si dia un apporto lavorativo a un paese e non si abbia il diritto di cittadinanza. Il fatto di entrare nel tessuto culturale e sociale di una nazione deve permettere il pieno riconoscimento dei diritti civili e dei meriti, in molti casi, acquisiti lavorando”.

Il commissario straordinario della provincia di Benevento, Aniello Cimitile, assente per concomitanti impegni istituzionali, ha inviato un messaggio nel quale ha auspicato che “l’Italia si doti una legge per la regolamentazione dello ‘ius soli’ e pratichi politiche di accoglienza e di solidarietà verso quanti raggiungono le nostre frontiere, spesso fuggendo da teatri di guerra”. I lavori sono stati patrocinati dalla Provincia di Benevento.

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