POLITICA
Felice Presta (Mir) interviene sulla questione dell’appalto del 118

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“Dopo le proteste dei mesi scorsi, da parte dei lavoratori del 118, preoccupati per il loro futuro lavorativo tutto sembrava essere tornato alla normalità con il sopraggiunto accordo tra questi e la Misericordia. Un accordo che, sulla carta, doveva salvaguardare sia le unità opertive che la retribuzione ma… C’è sempre un ma nelle storie che riguardano i lavoratori sanniti e ancora una volta ci troviamo a porre domande sul futuro di un servizio importantissimo”. Così Felice Presta, coordinatore cittadino del Mir, in una nota sulla questione dell’appalto del servizio 118.
“La Misericordia (anzi le Misericordie d’Italia) – continua – si sono aggiudicati l’appalto del servizio per una cifra di poco inferiore ai 4 milioni di euro all’anno per tre anni. E qui sorge il ma….la cifra del triennio cosi costituita sembra insufficiente per assicurare sia le retribuzioni che i lavoratori dato che già una volta l’ASL Benevento chiamata in giudizio dal Consiglio di Stato si era trovata a dover pagare il servizio per una cifra superiore a quella aggiudicata a suo tempo. E il consiglio di Stato aveva, nel 2011, calcolato che il costo di questo servizio non poteva essere inferiore ai 12,5 milioni.
La differenza di circa cinquecentomila euro (e con due anni trascorsi) potrebbe sembrare a prima vista un risparmio vista la crisi che sta attanagliando l’Italia. Solo che non vorremmo che questo risparmio si traducesse in una minore retribuzione dei lavoratori, oppure in qualche licenziamento, o addirittura in disservizi agli utenti. Noi ci chiediamo se il Consiglio di Stato aveva già valutato questi costi perché l’Asl ha accettato di affidare il servizio per una cifra minore? Con quali criteri? Ed eventualmente i costi al risparmio come verranno ripartiti?”.