Comune di Benevento
Housing a Santa Clementina, l’aula chiede lumi. Il sindaco tira dritto: “Ok a modifiche, ma il progetto s’ha da fare”
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Il sindaco che vota insieme alla minoranza e il capogruppo del suo partito che, senza i numeri, viene sconfessato.
Accade dopo ore di discussione al consiglio comunale di Benevento dove il tema scottante, il progetto di housing sociale a Santa Clementina, non tiene uniti Fausto Pepe e la sua maggioranza.
Alla richiesta di rinvio dell’unico punto all’ordine del giorno da parte del capogruppo Pd, Angelo Miceli, i voti contrari dell’opposizione insieme a quelli del primo cittadino e di due consiglieri Mario Zoino e Giovanni Izzo creano attimi di confusione.
Già licenziato dall’assise nel dicembre 2012, attualmente in conferenza dei servizi, il progetto che prevede la costruzione di 426 alloggi solleva dubbi e perplessità con l’assessore all’urbanistca Coletta che parla della necessità di una rivisitazione per via dei numerosi vincoli archeologici, paesaggistici ed ambientali.
Vincoli che fanno gridare allo scandalo i consiglieri d’opposizione per i quali si tratta solo di “una speculazione edilizia”.
Ma è il sindaco a strigliare tutti dimostrando di non apprezzare la discussione avviata al punto da dire “io il voto di dicembre non lo rinnego”. Modifiche si ma il progetto si deve fare è in sintesi il pensiero di Pepe.
Alla fine con i voti della maggioranza si decide di rimandare gli atti in Commissione urbanistica per un successivo ritorno in aula ma, la questione è sembrata tutt’altro che risolta.
Al termine del civico consesso, i gruppi di minoranza hanno inviato una nota congiunta in cui si legge:
“Una maggioranza confusa e arruffona, dilaniata al suo interno è andata “sotto” sulla richiesta del capogruppo del Pd Angelo Miceli di sospendere la discussione consiliare nel tentativo mal riuscito di censurare i consiglieri di opposizione, che chiedevano a gran voce di poter continuare nel dibattito, puntando al ritorno in Consiglio dell’atto, e alla sua successiva bocciatura. Ancora una volta un gruppo consiliare che si definisce “democratico”, mostra i limiti di una gestione “esterna” che vorrebbe condizionarne le scelte.
La minoranza, rimanendo unita e presentando un apposito documento, ha chiesto di poter sanare in autotutela una scelta che risulterebbe devastante per un’area di alto valore storico, archeologico e paesaggistico, come evidenziato da tutti i documenti prodotti in aula dai consiglieri. Per una città che è entrata nell’Unesco, una decisione di quel tipo sarebbe una vera e propria contraddizione rispetto alla valorizzazione del patrimonio architettonico e allo sviluppo del turismo sostenibile.
Presto però i nodi verranno al pettine: col ritorno in Consiglio della delibera ciascun consigliere sarà chiamato ad esprimersi sulla volontà di costruire un intero “paese” nella zona, inedificabile secondo il Puc, di Santa Clementina. Nessun membro di questa maggioranza pertanto, potrà più sfuggire alle proprie responsabilità”.