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Sindacati

Amts, Ugl Trasporti e Faisa Cisal: “Un miracolo possibile, ma non voluto”

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In merito alla delicata vertenza dell’Amts, le segreterie provinciali aziendali Ugl Trasporti e Faisa Cisal hanno inviato una nota di cui pubblichiamo ampi stralci:

L’Amts sta vivendo una situazione di forte disagio, ormai nota a tutti.
Ogni giorno apprendiamo notizie attraverso gli organi di stampa senza una preventiva comunicazione con gli organi interni sindacali. Più volte abbiamo espresso i nostri disagi, ma come sempre le nostre richieste d’aiuto restano limoni spremuti, fibre secche ed inutili in quanto il menefreghismo, la non curanza, il mancato rispetto accompagnato dall’onnipotenza dei nostri superiori e dei nostri amministratori, è più grande di quanto si possa credere.

Sicuramente solo un miracolo potrebbe salvare l’Amts, ma certamente non si può restare immobili ed inerti. Abbiamo il sentore che la situazione sia sfuggita di mano, sia ai nostri Dirigenti aziendali sia ai nostri amministratori locali e l’eterno oscillare tra bugie e verità, ci porta a pensare che la crisi in cui versa l’azienda sia l’ennesima sciagura italiana, o meglio all’italiana. E’ da tempo ormai che le OO.SS. Ugl Trasporti e Faisa Cisal denunciano tale situazione.

L’unica opportunità per fuggire al fallimento è il Piano Industriale che, però, tarda ad arrivare in quanto sono state presentate solo le linee guida. Siamo ormai convinti che si stia volutamente portando l’Amts al fallimento per renderla appetibile a qualcun altro, piuttosto che farla rimanere pubblica. Se ciò dovesse accadere, la colpa di tale sciagura dovrà ricadere su tutti coloro che nel tempo hanno agito, peccando di negligenza politica.

Ormai il diritto allo sciopero è l’unica arma che ci rimane! Fa male che un tale diritto venga strumentalizzato agli occhi dell’opinione pubblica solo come un capriccio dei dipendenti per la famosa questione della quattordicesima mensilità, che tra l’altro non è un premio ma un diritto intangibile e sacrosanto previsto dalle contrattazioni nazionali, dato che è scontato che i lavoratori scioperino per tutto un insieme di problematiche connesse alla prospettata chiusura!

E a chi ha dichiarato che eviterebbe volentieri di pagarci un giorno di lavoro, noi rispondiamo che i soldi dello sciopero potrebbero essere utilizzati come acconto da versare ai creditori, che hanno presentato presso il Tribunale di Benevento una nuova istanza di pignoramento, dal momento che i nostri cari benpensanti Presidente e Comune non sono stati in grado di ottemperare l’impegno assunto in sede prefettizia, ossia versare trentamila euro allo scadere del 30 di ogni mese. E alla fine siamo noi ad essere definiti ridicoli ed ingrati? Noi siamo gente seria che ogni giorno si presta per la propria azienda, in maniera egregia e responsabile, che lavora e che si preoccupa per il suo futuro.
Noi Organizzazioni Sindacali siamo pronte a chiedere le vostre dimissioni, perché chi non è in grado di amministrare deve avere l’umiltà e il coraggio di riconoscere di aver sbagliato”.

Rivolgendosi poi al primo cittadino Fausto Pepe i sindacati sottolineano: “Signor Sindaco, ci trova in disaccordo su alcuni punti fondamentali: la ricapitalizzazione, che doveva effettuarsi con il trasferimento degli immobili di proprietà del Comune all’Amts per offrire immediata liquidità, non è avvenuta come promesso; i bus, almeno gli ultimi arrivati (quelli di colore rosso e bianco), non sono di proprietà dell’Amts, ma sono in comodato d’uso; la costruzione del Parcheggio in via Porta Rufina, con tutte le conseguenze annesse e connesse, non l’abbiamo voluta noi, ma lei e la sua Giunta potendola evitare, riferendosi alle norme di autotutela dal momento che i soldi non c’erano, vista la passività pregressa di anni; il taglio di un milione di euro previsto dalla “spending review” solo per l’ Amts, già con le sue disastrate casse, l’ha voluto lei e la sua Giunta con la delibera n.2 del 23/01/2013, rovinandoci definitivamente. Ha parlato di costi gestionali aziendali troppo alti.

Lei – proseguono – ha pensato di colmare i tagli con l’affidamento degli stalli a pagamento in quasi tutte le aree di sosta della città, ma attualmente non si riesce a capire effettivamente quanto possano introitare per le casse aziendali. La cosa che è stata fatta egregiamente da parte della Dirigenza, è stata quella di tagliare gli stipendi dei dipendenti di circa centocinquanta euro mensili in busta paga, mentre apprendiamo attraverso la stampa che gli stipendi dei componenti del Cda hanno avuto un incremento notevole! E ancora dobbiamo sentirci dire che bisogna fare altri sacrifici e che le buste paga potranno essere ritoccate?

Abbiamo superato ogni limite! Quindi, una soluzione “banale” prospettata dalle Segreterie Provinciali ed Aziendali dell’Ugl e Faisa Cisal, è quella di un’efficiente ed efficace gestione aziendale, partendo in primis da un restyling manageriale che sia in grado di interfacciarsi al meglio con gli organi politici locali e con le OO.SS.. Si era parlato di internalizzazione dei servizi di portineria e lavaggio, di ridurre le corse domenicali, festive, aumentare i controlli sugli stalli e sui bus per il contenimento dell’evasione, e attuare tutte le misure volte al risparmio, ma niente di ciò è stato attuato!

Ogni proposta e iniziativa volta al miglioramento avanzata dalle OO.SS. e in particolar modo dalle suddette, spesso viene vanificata con un semplice “no”. E’ triste tutto questo! Noi vogliamo solo una sicurezza per il nostro avvenire e smetterla di subire. Nell’attesa – conclude la nota – che il messaggio venga recepito da tutti, continuiamo a restare vigili e attenti su ciò che sta accadendo, a sperare fiduciosi che le cose possano migliorare, o che il miracolo si concretizzi”.

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