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CRONACA

Traffico di rifiuti pericolosi nel Sannio, Marciano (Forestale): “I criminali si servono dell’omertà dei cittadini”

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Era nascosta in una valle, coperta dal terreno e dalla verde vegetazione delle campagne di Ceppaloni. Dentro rifiuti ospedalieri, materiale di edilizia, liquami. Ad accoglierli nel suo ventre una discarica abusiva di un ettaro, sequestrata ieri dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato nell’ambito dell’operazione ragnatela. In manette è finito Giustino Tranfa, 46 anni, originario di Ceppaloni, volto noto nell’ambiente dello smaltimento illegale dei rifiuti, già arrestato in passato e coinvolto nell’operazione Chernobyl (l’inchiesta dei rifiuti tossici spacciati per compost). Nella sede di via Paga a Benevento abbiamo intervistato il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato Angelo Marciano per capire il funzionamento di questa rete che coinvolgeva in questo traffico illecito 4 province della Campania.

“L’operazione ha coinvolto quattro province, – ci spiega il Comandante – quasi tutto il territorio della regione Campania, con prevalenza ovviamente del Sannio e dell’Irpinia. Poi ci sono stati altri obiettivi che hanno riguardato la provincia di Napoli e di Caserta. Fondamentalmente si tratta di questa discarica abusiva localizzata nel comune di Ceppaloni, dove venivano sversati rifiuti provenienti appunto da diversi posti della regione. Si tratta prevalentemente di rifiuti di attività di lavori edili, rifiuti sanitari pericolosi, nonchè rifiuti liquidi trasportati lì da ditte di espurgo, che venivano sversati nella discarica, ma finivano anche in un torrente posto a valle”.

La discarica era interrata e posta in un luogo isolato?
“E’ una discarica lontano dalle strade e che ora è completamente interrata perché l’attività è stata interrotta con un nostro sequestro, effettuato nel maggio del 2011, dopo un’intensa attività investigativa condotta dal comando provinciale del Corpo Forestale di Benevento e dalla stazione di Montesarchio, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento e poi, nel momento in cui si è configurato un traffico organizzato di rifiuti, il fascicolo per competenza è transitato alla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia”.

Infatti è intervenuta la DDA. Quindi si può supporre che ci fosse anche un’organizzazione di tipo malavitoso, camorristico?
“Su questo le indagini sono ancora in corso, ma si, si è trattato di un vero traffico organizzato di rifiuti. Nei prossimi giorni vedremmo gli sviluppi della vicenda. Si tratterà anche di capire come si bonificherà questo sito. Si farà riferimento alle procedure di bonifica dei siti inquinati, che ovviamente sono a carico del proprietario.”

Proprietario che ieri è finito in manette. Si tratta di un uomo di Ceppaloni. Ma come è possibile che una persona che abita lì, in quel posto, accetti di fare questo traffico, mettendo a rischio anche la sua salute?
“Si tratta di un cittadino ora in carcere, che aveva messo su, per fini di lucro, questa attività di smaltimento di rifiuti che dovevano essere smaltiti in discariche autorizzate.”

Quindi secondo lei i soldi possono essere un motivo più forte della salute e della tutela dell’ambiente?
“Purtroppo si. A volte non ci si rende conto dei danni gravi che vengono provocati all’ambiente e alla salute pubblica, e molte volte queste cose si fanno non solo per scopi di lucro, ma spesso non sono neanche coscienti di questi gravi danni.”

L’operazione Ragnatela è l’ennesima prova che anche nel Sannio c’è un traffico illecito di rifiuti?
“Non è un’isola felice come spesso si dice e credo che le isole felici ormai non esistano più da nessuna parte. Di sicuro la provincia sannita non è però paragonabile alla situazione di alcune province vicine dove il problema è più forte e più grave, però anche qui il problema esiste e la guardia deve essere sempre alta. Noi come Corpo forestale stiamo lavorando intensamente su questi temi, ma anche insieme alle altre forze dell’ordine, insieme alla Magistratura, e ovviamente contiamo molto sulla collaborazione dei cittadini. Perchè senza la collaborazione dei cittadini non riusciamo a raggiungere grandi obiettivi.”

In che modo il cittadino può collaborare?
“Segnalare. Portarci a conoscenza di queste situazioni. L’omertà è la cosa più grave ed è la cosa sulla quale si basano tutte le associazioni criminali.”

Erika Farese

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