POLITICA
Province. La Consulta boccia il taglio, ma il Governo tira dritto e vuole cambiare la Costituzione
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Soltanto 48 ore fa la Consulta aveva bocciato il taglio delle province. “Non è materia – secondo la Corte Costituzionale – da disciplinare con un decreto legge come aveva fatto il governo Monti con il “Salva Italia””.
E a Benevento, dalla Rocca dei Rettori commissariata dallo scorso aprile per via degli effetti del decreto, ma anche da altri esponenti locali erano giunte subito parole di grande soddisfazione ed entusiasmo. Con l’attuale commissario della provincia Cimitile che inneggiava alla “vittoria della ragione sulla macelleria politica”, auspicando “un serio processo di riforma”.
Detto fatto. Perchè proprio oggi il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok al disegno di legge per l’abolizione delle province. Chi si aspettava che il Governo gettasse la spugna dopo il parere negativo della Consulta è rimasto deluso. Perchè – come ha fatto sapere il premier Enrico Letta – “le province saranno eliminate”, rassicurando che “saranno salvaguardati i lavoratori e le funzioni di questi enti”.
“Quando saranno note le motivazione della sentenza della Corte Costituzionale,- ha spiegato – il ministro per gli affari regionali Delrio proporrà una legge per l’applicazione del ddl costituzionale”.
Un testo breve – secondo il premier in cui “sarà abrogato il termine province da tutti gli articoli della Costituzione che ne fanno menzione e saranno ripartiti tra gli altri enti locali, come i comuni, le funzioni oggi in capo alle province”.
Insomma si scomoderà la Carta costituzionale pur di toglierle di mezzo. E se oggi il Cdm ha gettato le basi per la loro eliminazione, ci sarà da fare i conti sempre con il Parlamento, al quale Letta lancia già un messaggio d’avvertimento: “Spero approvi il disegno di legge – dice – nel più breve tempo possibile”.