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Exit Strategy: “Femminicidio a Benevento, la città prenda atto che la violenza sulle donne è emergenza sociale”

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Dopo il tragico fatto di cronaca di stamani al Rione Libertà di Benevento, dove un carabiniere ha ucciso la moglie per poi togliersi la vita, il gruppo Exit Strategy ha commentato:

“Mai avremmo voluto scrivere di un femminicidio avvenuto nella nostra città, purtroppo ce lo aspettavamo. Durante la somministrazione dei questionari, un anno fa, ma anche dai messaggi di aiuto lasciatici in bacheca il 25 novembre, “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, ne avevamo avuto certezza. Benevento non è un’isola felice nella quale abbiamo creduto, ma una città che, come tante altre, è piena di situazioni familiari infelici.

Le testimonianze rilasciateci di proprio pugno dalle donne che hanno partecipato ai nostri momenti di condivisione la dicono lunga sulle vessazioni, gli abusi, le violenze, le angosce che molte di noi sono costrette a vivere. Dalle loro parole, la sconfitta, il senso di rassegnazione, l’impotenza, l’accettazione di un marito/compagno/ padre ancora padrone.

Una donna ci aveva lasciato scritto “Mio marito mi minaccia con la pistola perché fa il poliziotto, aiuto! ” e in questo tragico momento, noi del Gruppo Exit ci chiediamo, sgomente, “se fosse lei?” Non lo sapremo mai, le testimonianze erano scritte in forma anonima e forse, è meglio cosi! E’ inutile ripetere cose che ormai dovrebbero essere chiare a tutti: la violenza sulle donne è una emergenza sociale e culturale non più ignorabile.

E’ arrivato il momento che nella nostra città le istituzioni prendano atto che non si può rimandare il problema a quando ci saranno più soldi nelle casse, è arrivato il momento di non girarsi da un’altra parte pensando che tanto riguarda gli altri, altre situazioni sociali, altre donne e altri uomini.

La violenza sulle donne riguarda tutti, uomini, donne, madri, sorelle e soprattutto riguarda i nostri figli e le nostre figlie e da oggi in poi anche i più distratti, forse avranno capito che riguarda, purtroppo, anche la nostra città. E’ anche per Raffaella che dobbiamo essere unite e continuare nella nostra “rivoluzione culturale”.

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