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Coinvolta nell’inchiesta sul Comune di Calvi e poi prosciolta: Carmen Voli racconta la sua storia

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Carmen Voli, coinvolta nell’inchiesta sul comune di Calvi e poi prosciolta. “Intendo rendere pubblico che sono stata inserita in un’inchiesta ormai famosa, la cosiddetta “Stupor Mundi” ampiamente pubblicizzata da giornali e televisioni, e che lo scorso 6 giugno il gup Michele Cuoco ha emesso una sentenza di non luogo a procedere in quanto il fatto non sussiste, decretando finalmente il completo proscioglimento della mia posizione.
L’accusa a me rivolta era tanto ridicola quanto sintomatica della realtà purtroppo imperante nel territorio.

“Interruzione di pubblico servizio”, potrebbe far pensare che timbravo ed andavo a spasso per il paese, o che impedivo lo svolgimento di pubbliche attività.
Niente di tutto questo!
Mi domando, ma un dirigente che chiede le chiavi dell’auto comunale ad un sottoposto trattenendole per 45 minuti commette reato?
Se fosse così ogni giorno milioni di dirigenti dovrebbero essere inquisiti, o forse stanno cambiando le cose ed i “soldati semplici sono diventati generali”?
Ma se anche fosse che un impiegato riceve una disposizione ingiusta dal suo superiore non dovrebbe contestarla allo stesso prima di avviare altre procedure?
E’ questo il reato per cui bisogna essere sbattuti su tutti i giornali come un criminale qualunque e per cui si chiede il rinvio a giudizio?
Forse i lettori si domanderanno come mai ho aspettato il proscioglimento per scrivere e manifestare la mia innocenza, sarebbe una giusta osservazione e quindi sarò sincera, per paura.

L’assurdità delle accuse mi hanno portato a perdere fiducia in tutti gli ideali in cui ho sempre creduto, colpita nel momento più delicato della mia vita in cui mia accingevo da una parte ad aver un bambino e dall’altra a rassegnarmi alla perdita di un padre dopo una lunga ed estenuante malattia, ancora oggi mi reputo fortunata di essere riuscita a dimostrare di non aver commesso alcun reato, a volte non accade.
Troppo spesso nella nostra società il fine giustifica i mezzi.
Mio padre mi ha insegnato che “il vero vincitore è colui che non ha mai mollato”, e che ognuno di noi è quello che costruisce nel cuore della gente, ed è soprattutto a questa gente,che non ha mai dubitato a cui mando un caro saluto”.

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