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Comune di Benevento

Decreto Salva enti. Interpellanza del consigliere De Nigris all’assessore comunale Coppola

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l consigliere comunale di SIL, Luigi De Nigris, ho depositato presso la Segreteria Generale del Comune di Benevento, ai sensi dell’art.71 del Regolamento comunale, un’interpellanza rivolta al neo Assessore alle Finanze del Comune di Benevento, Prof. Francesco Coppola.

Oggetto dell’interpellanza è la delibera del Consiglio comunale n. 7 del 6 febbraio 2013 con la quale la maggioranza comunale ha approvato il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale previsto dal cosiddetto decreto Salva enti.

“Mi è sembrato opportuno, dopo la sua breve apparizione in Consiglio, – scrive De Nigris – chiamare formalmente in causa il neo Assessore per capire se quanto deliberato, nella forma tecnica e nella sostanza politica, trova il suo più ampio e condiviso consenso.

Ho pertanto sintetizzato nei seguenti dieci punti, già rappresentati in commissione finanze e in Consiglio comunale, quelle che a mio avviso rappresentano le criticità più evidenti (e pilatesche) della citata delibera:

1. nessun riferimento a relazioni previsionali e/o programmatiche volte al contenimento dei costi tramite la revisione dei modelli operativi e gestionali delle società partecipate. Un presupposto indefettibile per la positiva valutazione dei piani di rientro espressamente previsto dall’art. 243 bis comma 8 lettera f) del Salva enti;

2. nessuna considerazione del provvedimento della Corte dei Conti, datato 13.12.2012, che prevede di privilegiare un maggior peso delle misure nei primi anni del piano, preferibilmente negli anni residui di attività della consiliatura, per non scaricare, come viceversa prevede il piano adottato, sulle future consiliature la maggior parte degli oneri;

3. nessuna distinzione tra i debiti fuori bilancio riconosciuti, debiti fuori bilancio segnalati ma non riconosciuti dal Consiglio comunale perché non si è riconosciuta la legittimità della spesa; debiti fuori bilancio segnalati e non ancora sottoposti al Consiglio comunale;

4. nessuna classificazione dei debiti secondo quanto previsto dall’art. 194, lettere a) b) c) d) e) nonché dallo schema istruttorio (pag 9, punto 9) delle Linee Guida per l’esame del piano di riequilibrio finanziario pluriennale e per la valutazione della sua congruenza. Linee guide che sono state approvate con delibera n° 16/2012 dalla Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, per guidare l’istruttoria dell’apposita sottocommissione chiamata alla valutazione del piano;

5. inserimento di debiti fuori bilancio per i quali i dirigenti dell’Ente, nelle schede ricognitive agli atti della proposta, hanno attestato la “mancanza di atti formali”. Un fatto di particolare gravità soprattutto perché, secondo quanto appreso dalla stampa, gli affidamenti di servizi e pagamenti effettuati senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento sono motivo di approfondimento da parte della magistratura;

6. nessuna considerazione della decisione assunta dal Consiglio comunale con delibera N. 6 del 30.04.2012, avente ad oggetto: Rendiconto esercizio 2011, che ha formalmente impegnato l’Amministrazione attiva ad individuare i responsabili dei debiti fuori bilancio che hanno causato oneri, evitabili, a carico dell’Ente, attivando le procedure per il recupero di ogni credito iscritto in bilancio”;

7. completo disinteresse rispetto alle decisioni deliberate dalla Giunta comunale n. 85/12 proprio per dar seguito alla citata delibera consiliare n. 6/2012. Una precisa procedura prevedeva la ricognizione dei debiti fuori bilancio e subordinava il loro riconoscimento alla dimostrazione, con idonee relazioni e documentazione a corredo, da parte dei responsabili dei servizi interessati. Ciò per consentire al Consiglio comunale di discutere “cognito causa” degli argomenti e garantire il corretto funzionamento dell’Organo Collegiale (Corte dei Conti Sez. Reg. di controllo per la Campania Del/Par n° 3/2006 all.2);

8. omessa verifica della regolarità nell’assunzione di spese oggetto di debiti fuori bilancio. Un obbligo giuridico voluto con carattere cogente dal legislatore a cui non è consentito derogare;

9. mancata legittimazione dei debiti, che non solo non consentono agli stessi di entrare nella sfera patrimoniale dell’ente, ma non consentono nemmeno di spore l’obbligazione giuridicamente perfezionatasi in capo all’autore dell’indebitamento;

10. discutibile ed aleatoria previsione di recuperare, nei dieci anni del piano, circa 15.000.000,00 di euro con la vendita di parte del patrimonio immobiliare. Previsione resa ancor più criticabile alla luce della forte crisi economica che sta particolarmente interessando il settore immobiliare;

Auspico – conclude l’esponente di Sud Innovazione Legalità – che la risposta all’interpellanza giunga prima delle importanti delibere che riguardano il bilancio consuntivo 2012 e il bilancio di previsione 2013”.

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