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Le trivelle minacciano il Sannio, Aceto: “Bene l’opposizione del territorio con unione di associazioni e comitati”

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Il Sannio sempre più attrattore di trivelle e petrolieri. Dopo aver di recente ottenuto il Via regionale al progetto di ricerca di idrocarburi denominato “Pietra Spaccata”, che coinvolge molti comuni del Tammaro e del Fortore, la società inglese Delta Energy è pronta ad avviare un altro progetto, questa volta tra Sannio e Irpinia, denominato “Case Capozzi”.

Abbiamo già scritto della pubblicazione sul Burc n. 3 del 14 gennaio 2013 dell’avviso con cui la società Delta Energy Ltd dichiara di avere presentato alla Regione Campania richiesta di verifica di assoggettabilità alla VIA. Il progetto Case Capozzi è stato presentato ai Municipi come “attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi”, coinvolge 21 comuni, ubicati nelle zone del Fortore, MedioCalore ed Irpinia.

A dare l’allarme, questa estate, erano state le associazioni e i comitati No triv che già nel mese di luglio avevano annunciato che alle tre richieste di autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, vale a dire i progetti “Nusco”, “Santa Croce” e “Pietra Spaccata”, se ne sarebbe aggiunta una quarta, appunto denominata Case Capozzi.
Di fronte all’arrivo delle trivelle, le associazioni ambientaliste serrano le fila. E’ degli scorsi giorni la riunione preliminare per costituire un coordinamento di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione di estrazioni petrolifere sul territorio sannita.

Ma l’assessore all’ambiente della provincia, Gianluca Aceto, cosa intende fare? Ecco cosa ha dichiarato ai microfoni di Ntr24.
“Oltre alla possibilità di valutare il ricorso al Tar, come stiamo facendo, allo stato attuale non vedo altre strade. E’ positivo che Comuni, associazioni e comitati, sorti per altri scopi, fortunatamente si stiano unendo, mettendo insieme per costruire un’opposizione di territorio. E’ un modo per frapporsi a questa, che visto il numero di richieste, è una tentata invasione”.

Una lotta che però si dimostra non semplice: “Vedo grosse difficoltà. Gli studi tecnici e legali che supportano queste grandi compagnie sono abituati ad agire su questo terreno. Ma l’esito finale si stabilirà sempre in campo”.

 

Eri.Far.

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