Sindacati
Mediazione obbligatoria illegittima per la Corte Costituzionale. Bosco (Uil): “A pagare saranno i cittadini”

Ascolta la lettura dell'articolo
Nota del segretario generale della Uil di Benevento, Fioravante Bosco, in merito alla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la mediazione obbligatoria.
“La Corte costituzionale – spiega Bosco – ha deciso di dare un duro colpo agli sforzi del governo di ridurre il contenzioso civile, dichiarando illegittima la nuova normativa sull’obbligatorietà del ricorso alla mediazione nelle controversie tra privati, prima di andare in giudizio”.
“Il motivo di tale decisione – continua – sarebbe l’eccesso di delega legislativa delle norme che hanno introdotto la mediazione nelle controversie civili e commerciali, nella parte in cui si prevede il carattere obbligatorio della mediazione. Invero, la legge-delega n. 69/2009, all’art. 60, non parlava di obbligatorietà della mediazione, ma il governo emanò egualmente il decreto legislativo n. 28/2010 prevedendone appunto l’obbligatorietà”.
“Peraltro, – aggiunge il segretario Uil – dal 20 marzo 2012 anche per le controversie in materia condominiale e sui risarcimenti per danni derivanti dalla circolazione di veicoli e natanti la mediazione era divenuta obbligatoria. Va detto che la durata media dei processi civili in Italia è di circa sette anni e i tribunali devono ancora smaltire un arretrato di 5 milioni e mezzo di cause”.
“E’ un colpo durissimo – aggiunge Fioravante Bosco – per quella che doveva essere la deflazione del contenzioso civile in Italia, visti i tempi di durata dei processi. Ancora una volta a pagare saranno solo i cittadini, anche se spero che il premier Monti e il ministro della giustizia Severino possano immediatamente tappare la falla emanando un decreto-legge che riporti la mediazione nel campo dell’obbligatorietà”.
“In caso contrario, – conclude Bosco – la mediazione facoltativa non avrebbe motivo di esistere, poiché in Italia non vi è la cultura di risolvere le dispute in maniera amichevole, così come avviene in tanti altri paese europei, prima di adire la giurisdizione”.