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CRONACA

Norme anticorruzione, Mario Pepe relaziona alla Commissione per le Questioni Regionali

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L’On. Mario Pepe nella Commissione per le Questioni Regionali ha relazionato sul disegno di legge che detta norme per la prevenzione e la repressione della corruzione e della illegalità nella Pubblica Amministrazione. A darne comunicazione lo stesso deputato del PD. “Il disegno di legge in oggetto, – commenta Mario Pepe – dopo le modifiche apportate dalla Camera, era stato rimesso in un cantuccio per ritardarne l’approvazione. Oggi finalmente si dà attuazione alla Convenzione dell’Onu ed a quella di Strasburgo.

Le due Convenzioni sollecitano l’istituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione per contrastare le patologie corruttive, istituendo una Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni Pubbliche. Nell’articolato di legge, con opportune novelle legislative, si accentuano le pene e si ipotizza l’elaborazione di un piano per la prevenzione. Il provvedimento legislativo disciplina all’art. 17 anche le norme per la incandidabilità di tutti gli eventuali eleggibili alle assemblee elettive. Chi è stato condannato o è sotto processo non può essere candidato a nessuna istituzione elettiva. Insomma, si dà una scossa profonda all’immoralità che ha caratterizzato molti nell’attività politica”.

L’on. Mario Pepe ha chiarito anche che “bisogna, anche da parte degli Enti Locali e Regionali, vigilare e produrre atti di indirizzo sulle cause ostative alle candidature, modificando il testo legislativo degli Enti Locali. A maggior ragione bisogna che siano vigilanti gli organi territoriali perché sono stati introdotti all’art. 19 della legge in discussione due fattispecie delittuose: l’induzione indebita a dare e promettere utilità, il traffico di influenze illecite. In conclusione, la legge che il Parlamento si accinge ad approvare determina finalmente una svolta nella politica delle Autonomie Territoriali, ribadendo il principio, che è morale e politico insieme, che la politica è fatta per persone oneste e perbene nell’interesse della pubblica comunità. L’ibridismo generazionale, il pressapochismo politico e la carenza di costumi morali non possono più essere presenti in un’azione politica che deve soltanto ricercare il bene pubblico”.

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