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Sindacati

Sanatoria immigrati 2012, le difficoltà di accesso per i lavoratori stranieri

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Un passaggio storico, dal welfare state alla welfare community, per far emergere dall’invisibilità chi da tempo lavora e contribuisce all’economia Italia. Era stata salutata così, dagli addetti ai lavori dei sindacati e dei patronati di ogni colore, la sanatoria 2012 dei lavoratori stranieri presenti in Italia.

Attese e buone intenzioni che alla vigilia della presentazione delle domande sembrano essere svanite tra le difficoltà burocratiche. La normativa, infatti, prevede alcuni paletti alla regolamentazione degli extracomunitari.

Due in particolare: i lavoratori dovranno dimostrare di essere presenti sul territorio italiano almeno dal 31 dicembre 2011 e versare una cospicua somma di denaro per completare la procedura.

“E il fatto che si parli di un processo oneroso, si pensa ad una media di 1700 euro a pratica, potrebbe rappresentare il primo ostacolo all’emersione dei lavoratori in nero”, secondo il segretario provinciale della Uil Fioravante Bosco.

Una cinquantina sono le domande che, Irina Ramanenka responsabile dello sportello emigrati del patronato ACLI, ha gestito in questi giorni. “Quasi tutti i lavoratori vogliono regolarizzare la loro posizione e sono disposti a pagare le somme previste – spiega Ramanenka – tuttavia si è posto il problema per gli immigrati di dimostrare la loro effettiva presenza sul territorio italiano nei termini previsti dalla sanatoria”.

Delle cinquanta persone che si sono rivolte al patronato Acli solo una per ora è in possesso di tutti i requisiti.

Identica la situazione al patronato della Cisl. Qui le domande sono state circa una ventina ed i lavoratori extracomunitari hanno riscontrato le stesse problematiche per l’avvio delle procedure di regolamentazione.

“Una soluzione potrebbe essere rappresentata dallo strumento dell’autocertificazione”, propone Antonio Compare responsabile dello sportello immigrati Cisl. I lavoratori infatti potrebbero attestare da soli la loro presenza sul territorio italiano.

Idea che per ora resta solo un ipotesi, in attesa di chiarimenti da parte delle autorità competenti.

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