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Università

Al Cern di Ginevra trovato il bosone di Higgs. C’è anche il contributo di Unisannio

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In un seminario tenuto al CERN, i due maggiori esperimenti del Large Hadron Collider, la macchina più grande costruita dal genere umano, hanno presentato i loro recenti risultati relativi alla ricerca della particella di Higgs, responsabile della attuale aggregazione della materia. Entrambi misurano l’esistenza di una nuova particella nella regione di massa/energia 125-126 GeV.

“Le prestazioni eccezionali del Large Hadron Collider e di ATLAS e il duro sforzo di molte persone ci hanno portato a questo punto così eccitante” ha detto il portavoce di ATLAS, l’italiana Fabiola Gianotti. “Anche Unisannio nel suo piccolo, con i circa 20 ricercatori della Facoltà di Ingegneria (in maggior parte studenti di dottorato), avvicendatisi nei laboratori di Ginevra con continuità negli ultimi anni, si può dire parte di questo storico momento nella storia della scienza. Nei momenti bui, in cui la macchina sembrava non dovesse partire nella sua immensa complessità, abbiamo saputo lavorare con umiltà e tenacia, ed oggi ne vediamo finalmente il frutto.” ha detto Pasquale Arpaia, professore di Misure del LESIM del Dipartimento di Ingegneria, da 7 anni responsabile per Unisannio al CERN di una serie di progetti di ricerca sulla qualificazione e compensazione degli oltre mille magneti superconduttivi costituenti il Large Hadron Collider.

I risultati di misura presentati sono considerati solo preliminari. Sono basati sui dati misurati nel 2011 e 2012, con larga parte di questi ultimi ancora in corso di analisi. La pubblicazione dei risultati mostrati è attesa per la fine del mese. Il quadro completo emergerà però solo nel corso dell’anno, man mano che la macchina fornirà ulteriori dati. Il prossimo passo sarà determinare la precisa natura della particella e la sua significatività per la comprensione dell’universo.

Le sue proprietà si riveleranno quelle attese per il bosone di Higgs, responsabile dell’attuale aggregazione della materia sotto i nostri occhi, e di cui noi stessi siamo fatti, dopo il big bang? O piuttosto sarà qualcosa di diverso in grado di spiegare il 96 % di materia che sappiamo esistere ma non riusciamo a misurare? A questi ed ad altri eccitanti interrogativi le attuali misure del Large Hadron Collider consentiranno di dare una risposta.

 

Mario Conte

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