Associazioni
Fabbricati fantasma. Per il Collegio dei Geometri numerosi errori dell’Agenzia del Territorio

Ascolta la lettura dell'articolo
A seguito degli accertamenti sui cosiddetti “fabbricati fantasma”, in corso di notifica ai proprietari da parte dell’Agenzia del Territorio di Benevento, il Collegio dei Geometri e Geometri Laureati assume una posizione netta di dissenso sulle modalità degli accertamenti eseguiti d’ufficio dalla stessa Agenzia del Territorio che secondo il Collegio “riportano numerosi errori sia sull’attribuzione delle rendite presunte sia sull’individuazione delle proprietà degli immobili censiti".
Dopo una riunione degli iscritti, convocata per discutere in merito alla vicenda, i geometri della provincia di Benevento hanno chiesto “di delegare la Commissione Catasto interna al Collegio, affinché si faccia portavoce presso i vertici della locale Agenzia del Territorio di confrontarsi sui temi esposti; nonché la possibilità di sospendere tutte le azioni intraprese dall’Agenzia alla luce delle incongruenze accertate e documentate.
Inoltre il collegio ha richiesto l’apertura dell’ufficio ai tecnici privati almeno tre giorni a settimana anziché uno come attualmente consentito, di ricevere inoltre dall’Ufficio univocità di indicazioni per la presentazione degli elaborati di aggiornamento cartografico e sulle modalità di redazione dei Docfa, e infine la possibilità di visionare le fotografie, da parte dei tecnici incaricati e delegati a tanto oltre che dei proprietari, relative ai fabbricati oggetto di accertamento per altro già consentita per un breve periodo e poi stranamente sospesa.
I geometri ricordano inoltre che la stragrande maggioranza degli accertamenti vede l’individuazione dei cosiddetti fabbricati fantasma nelle zone agricole, notoriamente depresse e riguardano costruzioni precarie, fatiscenti utilizzate in passato unicamente per l’essiccazione del tabacco. Oggi che tali colture industriali vedono un enorme ridimensionamento nella produzione, queste “strutture precarie”, in moltissimi casi andranno smantellate con ulteriore aggravio di costi per i proprietari.
Sarebbe stato più semplice valutare l’opportunità da offrire ai coltivatori il “non accatastamento” di “tettoie e costruzioni precarie e temporanee”, facilmente individuabili sul territorio”.