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Comitato precari sanniti: “Con i soldi pubblici abbiamo agito nella legalità”

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“Ci autodenunciamo e dichiariamo di aver ricevuto soldi pubblici finalizzati al reinserimento lavorativo dei precari della scuola licenziati nel 2009 , nel 2010 e nel 2011”. Inizia così la nota a firma del Comitato insegnanti e Ata precari sanniti che racconta il percorso intrapreso in seguito ai tagli al mondo della scuola “non ci siamo arresi ma abbiamo protestato sui tetti, abbiamo scioperato, occupato, – scrivono – non ci siamo depressi ma, abbiamo avuto la forte intenzione di costituire una cooperativa sociale onlus dal nome stravagante R.A.P.S.S. (rete autorganizzazione popolare precari scuola sannita) costituita da 40 soci precari e disoccupati e di progettare nuovi percorsi di reinserimento lavorativo.
Ci autodenunciamo – prosegue la nota – perchè il progetto Scu.do scuola dopo, finanziato dal comune di Benevento, per il recupero e il potenziamento degli alunni delle scuole elementari e medie, porta benefici alla comunità.
Garantiamo diritto allo studio a 80 studenti che non possono permettersi l’insegnante privato o una retta mensile e la retribuzione a 7 docenti e 1 collaboratrice licenziati e assunti scorrendo una sort-list pubblica stillata da comune e Usp provinciale.
Ci autodenunciamo perchè abbiamo agito nella legalità, rispettando tutte le clausole e le finalità del progetto scu.do (scuola dopo del Comune di Benevento) ed utilizzato i 52.000 euro di contributi esclusivamente per l’assunzione di personale docente e non docente senza posto di lavoro da novembre 2010 a settembre 2011 . Ci autodenunciamo per non aver utilizzato dei soldi pubblici destinati solo ed esclusivamente al reinserimento lavorativo al pagamento di fitti ed per esserci rifiutati di effettuare procedure illegali. Ci autodenunciamo per non aver sottoscritto un contratto di fitto che non rispettava gli accordi sottoscritti precedentemente , per aver chiesto più volte agli organi competenti un tavolo di discussione sul tema del volontariato e della produttività dello stesso e per aver instancabilmente chiesto di trovare una soluzione equa per tutto il mondo associativo e non solo il nostro.
Siamo certi – conclude lanota del comitato precari – che se avessimo commesso delle irregolarità qualcuno avrebbe acclamato a suon di fischietti. Messi alla gogna da speculatori di turno a testa alta autodenunciamo la nostra onestà.”