fbpx
Connettiti con noi
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio
Annuncio

Associazioni

Rete Commons: “Respinte le domande di asilo dei profughi di San Giorgio del Sannio”

Pubblicato

su

Ascolta la lettura dell'articolo

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Rete Commons.

"La Commissione territoriale di Caserta per il riconoscimento della protezione internazionale ha emesso le proprie sentenze sui 51 richiedenti asilo ospitati al centro Padre Pio di San Giorgio del Sannio: 48 hanno ricevuto il diniego, un caso è ancora pendente (probabilmente sarà concessa la protezione umanitaria), due ancora non sono stati ascoltati e sono convocati per l’11 maggio. In parole povere, le domande di asilo sono state respinte in blocco. Le notifiche sono state consegnate ai diretti interessati questa mattina (venerdì 23 marzo) dagli agenti della Questura di Benevento. La notizia è stata appresa con delusione e sgomento non solo dai migranti ma anche dalle centinaia di persone che in questi mesi hanno stretto amicizia con loro. La situazione che si è verificata a San Giorgio è la stessa che si è proposta in tutta Italia da quando è iniziata la cosiddetta «emergenza Nord Africa» ma, non per questo, è meno scandalosa.

Giova ricordare, infatti, che i richiedenti asilo sono arrivati in Italia perché costretti a fuggire (e talvolta imbarcati con la forza dalle milizie di Gheddafi) a causa di una guerra alla quale ha preso parte anche l’Italia. Nati in numerosi paesi dell’Africa Occidentale, erano dovuti scappare perché vittime di persecuzioni e si erano rifugiati in Libia, dove avevano trovato un lavoro (tra i 51 del centro Padre Pio ci sono ingegneri, elettricisti, idraulici, tornitori, operai specializzati, cuochi, persino due calciatori di professione) e una vita, che hanno dovuto abbandonare per le bombe della Nato e per gli scontri tra le opposte milizie.

Giova ricordare che i richiedenti asilo sono arrivati lo scorso mese di maggio e hanno atteso 10 mesi per conoscere la loro sorte. In questo periodo si sono integrati perfettamente, hanno preso parte alla vita pubblica del paese e sono diventati parte integrante della comunità. Con la loro presenza hanno permesso ad una cittadina di provincia come San Giorgio di crescere, di aprirsi al mondo e superare la sua dimensione provinciale, senza mai creare alcun problema nonostante le condizioni, oggettivamente difficili, nelle quali vivono. Anche la notizia del diniego è stata accolta tranquillamente, con forte delusione ma senza dare adito a proteste.

Giova ricordare che ormai da molti anni l’economia italiana continua a reggere e ad essere una delle prime al mondo anche grazie all’indispensabile contributo dei lavoratori immigrati, senza dei quali il Paese sarebbe già collassato.
Giova ricordare anche che l’Italia aderisce alla Convenzione di Ginevra del 1951 relativa ai rifugiati e che il diritto all’asilo è garantito dalla Costituzione della Repubblica, che all’articolo 10, comma 3, recita: «lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge».

I denegati provengono in larga parte da paesi dove infuriano guerre civili e violenze (Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Sudan, Libia) e da paesi retti da feroci dittature (Gambia, Sierra Leone). Tra di loro ci sono militanti politici che sono scappati perché vittime delle ritorsioni di fazioni avversarie (come molti profughi della Repubblica di Guinea e della Guinea Bissau), persone perseguitate per motivi religiosi (provenienti dal Sudan e dalla Nigeria), gente che è scappata per non essere arruolata con la forza in milizie ribelli (come alcuni provenienti dalla regione senegalese del Casamance), gente perseguitata dal proprio governo perché si opponeva alla dittatura (tra i quali profughi giunti dal Gambia e dalla Guinea), uomini discriminati per questioni etniche (come quelli nati in Libia e in Sierra Leone). Molti di loro hanno subito arresti arbitrari, violenze e torture, e ne hanno ancora i segni sul corpo. Le cicatrici sono state analizzate dai medici, i cui certificati sono stati presentati alla Commissione.

Alcuni richiedenti sono stati in cura presso il Nirast (Network Italiano per i Richiedenti Asilo Sopravvissuti a Tortura), la più importante istituzione italiana in materia, che ha giudicato nocivo per la loro salute psicofisica il rientro nei paesi di origine. Nonostante tutto questo rischiano di essere costretti a tornarvi e di dover affrontare persecuzioni che pensavano di aver superato per sempre.

Giova ricordare, infine, che la Commissione territoriale di Caserta, oltre ad essere considerata una delle peggiori, se non la peggiore, in campo nazionale per la percentuale dei dinieghi, opera secondo criteri ben diversi da quelli previsti dalla legge: i richiedenti asilo, infatti, vengono ascoltati da un solo commissario e non da tutta la commissione, come sarebbe prescritto dalla legge (D.L. 25/2008, art. 12, comma 1), con la conseguenza che non possono essere accompagnati dai loro avvocati, come è loro diritto (D.L. 25/2008, art. 16), se questi sono impegnati in un un’altra audizione. In altri termini, capita spesso che anche i richiedenti che dispongono di un avvocato non possano essere assistiti durante il colloquio, negando così un diritto sacrosanto, solo allo scopo di abbreviare l’orario di lavoro dei commissari.

Ci chiediamo se sia degno di un paese civile prendere parte a una guerra e poi respingere i profughi che quella stessa guerra ha provocato; ci chiediamo se sia accettabile tenere per quasi un anno degli esseri umani in una condizione di limbo e poi respingerli senza alcuna considerazione. È chiaramente una forma di razzismo e, quel che è peggio, è razzismo sorretto e imposto dalle istituzioni, aduse a dimenticare le proprie responsabilità e a violare senza ritegno il diritto nazionale e internazionale.

Ora la sorte dei profughi ospitati a San Giorgio, come quella dei loro compagni che vivono nel resto del Paese, è ancora più incerta: possono presentare ricorso in tribunale, ma anche in quel caso le speranze di vedersi riconosciuto lo status di rifugiati o altre forme di protezione sono scarse e i tempi di attesa lunghissimi; possono tornare nei loro paesi, correndo seri rischi per la loro incolumità; possono andare ad ingrossare le file dei cosiddetti «clandestini», con tutte le conseguenze sul piano umano e sociale che questo comporta.

La Rete Commons continuerà a stare al fianco dei richiedenti asilo, quale che sia la loro sorte, e a sostenere le loro battaglie. Negli ultimi tempi la società civile ha intrapreso una forte mobilitazione per chiedere al Governo di rivedere la propria posizione e concedere ai 23.000 profughi libici una forma di protezione, anche temporanea, sul territorio italiano. In questa direzione si sono mossi l’Alto commissario delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), il Consiglio italiano per i rifugiati, la Caritas, le ACLI, l’ARCI e numerose altre associazioni. Con lo stesso obiettivo il Progetto Melting Pot Europa ha promosso una petizione, alla quale hanno aderito migliaia e migliaia di cittadini e numerose personalità del mondo politico e culturale. Anche la provincia di Benevento ha fatto la sua parte e oltre 500 persone hanno sottoscritto la petizione ai banchetti organizzati dalla Rete Commons. La triste vicenda di San Giorgio del Sannio mostra come sia necessario continuare la mobilitazione per far sì che questa politica razzista e ottusa venga definitivamente abbandonata e che l’Italia possa tornare ad essere un paese civile e rispettoso delle convenzioni internazionali."

 

Annuncio
Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Correlati

redazione 1 settimana fa

San Giorgio del Sannio, l’amministrazione: “Su kit raccolta differenziata opposizione strumentalizza e fa confusione”

redazione 1 settimana fa

San Giorgio del Sannio, opposizione attacca su kit per raccolta differenziata: “Poco rispetto per i cittadini”

redazione 1 settimana fa

San Giorgio del Sannio, gestione ‘Villa Securitas’ e piscina comunale: due bandi distinti per un unico complesso pubblico

redazione 2 settimane fa

Educare alla prevenzione e orientare per la vita: la Polizia di Stato incontra gli studenti di San Giorgio del Sannio

Dall'autore

redazione 15 ore fa

Primo Maggio: Acli, appello alla dignità del lavoro e alla giustizia sociale

redazione 20 ore fa

Verso la gestione ordinaria dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja. Ciaburri (FdI) soddisfatto: ‘Il 22 maggio l’approvazione dello Statuto definitivo’

redazione 22 ore fa

Da maggio ad ottobre: tutti i concerti in programma a Benevento e nel Sannio

redazione 22 ore fa

Wg flash 24 dell’1 maggio 2025

Primo piano

redazione 15 ore fa

Primo Maggio: Acli, appello alla dignità del lavoro e alla giustizia sociale

redazione 22 ore fa

Wg flash 24 dell’1 maggio 2025

redazione 22 ore fa

Da maggio ad ottobre: tutti i concerti in programma a Benevento e nel Sannio

redazione 1 giorno fa

Variante al progetto di riqualificazione per il campo Mellusi: il padel sostituito da tendostruttura con gonfiabili e sala giochi

Copyright © 2023 Intelligentia S.r.l.

Skip to content