CULTURA
Palcoscenico2000: al Teatro Massimo Geppy Gleijeses, Lello Arena e Marianella Bargilli in “Lo Scarfalietto”

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Prosegue la programmazione “Palcoscenico Duemila”, del Teatro Massimo di Benevento: giovedì 8 marzo Geppy Gleijeses porta in scena, nel suo adattamento, la commedia di Eduardo Scarpetta “Lo Scaldaletto”.
Sul palcoscenico con lui Lello Arena e Marianella Bargilli, la regia è firmata dallo stesso Gleijeses.
Lo Scarfalietto o “Lo Scaldaletto” è “la più divertente commedia napoletana di tutti i tempi”. Geppy Gleijeses ha indagato dal 2001 ad oggi la contemporaneità allucinata della drammaturgia napoletana con Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello e Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato per risalire a Eduardo De Filippo, suo maestro (Ugo Ronfani su Il Giorno dichiara: “Geppy Gleijeses dimostra in scena di essere l’erede di Eduardo”), interpretando Io, l’erede per tre stagioni e ora Ditegli sempre di sì al suo secondo anno di repliche. Questi quattro spettacoli hanno ricevuto ogni sorta di premio, dagli Olimpici ETI, al premio Accademico Le Muse di Firenze, dal Premio Persefone, al Premio Salvatore Di Giacomo, ecc e sono stati visti da almeno 300.000 spettatori in teatro e tanti di più in televisione con un successo sempre crescente. Si torna ora alle origini, al padre naturale di Eduardo De Filippo, a quell’Eduardo Scarpetta che riformò il teatro comico napoletano, sostituendo la maschera di Pulcinella con il borghesuccio Felice Sciosciammocca, con il suo bastoncino di canna, le scarpe lunghissime, il mezzo tubo e il fracchettino che anticipò Charlot.
A fianco di Gleijeses in questa avventura, uno dei comici migliori tra i grandi napoletani di questi anni, Lello Arena che, prima con Troisi e De Caro e poi autonomamente, percorrendo una strada di continua qualificazione e senza cedimenti, rinverdisce i fasti comici del nostro teatro.
E ancora, nel ruolo della moglie Amalia, Marianella Bargilli, una giovane ma già consolidata realtà del teatro italiano, che nella stagione in corso ha avuto una notevole affermazione nel ruolo di Silia nel pirandelliano Giuoco delle parti.
In due parole, la trama: Amalia e Felice, freschi sposi, litigano per qualsiasi banalità. Stavolta è la rottura di uno scaldino nel letto nuziale a provocare il finimondo, con convocazione di avvocati e richieste di separazione. Alle liti violente assiste Gaetano Papocchia, buffo carattere di anziano pretendente che capita in casa della coppia per affittare un “quartino” destinato alla soubrette Emma Carcioff, per cui da tempo spasima. Nel secondo atto Amalia e Felice inseguono in teatro Papocchia per convincerlo a testimoniare, ognuno a proprio favore, innescando ogni sorta di equivoco e facendo miseramente fallire le “prove” in corso.
Nel terzo atto, ambientato in tribunale, il delirio è totale e culmina con la celebre arringa dell’Avvocato Anselmo Raganelli ovvero don Anselmo Tartaglia, di cui, a mo’ d’esempio, citeremo due battute:
Anselmo: Quello che ha detto la Paparella, ci prova tutta la sua coppola… la sua colpa, e ‘a Parrocchia ‘e San Gaetano… e il Papocchia signor Gaetano, uomo impotente… uomo imponente e incapace di mentire, poco fa’ ci ha detto che quarant’ova p’a frittata c”o caso… che quando andò a fittarsi la casa, vide che il signor Sciosciammocca se cuccava ‘a state cu ‘a provola mmocca.
Felice: Io me cuccavo cu ‘a provola mmocca?
Anselmo: Si contrastava con la propria moglie.