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Alta Capacità Napoli-Bari, Bosco: ‘Caldoro come sempre indifferente ai temi delle aree interne’

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“Apprendiamo dalla stampa – scrive in una nota Fioravante Bosco, segretario generale della Uil di Benevento e provincia, sulla realizzazione dell’Alta Capacità ferroviaria sulla direttrice Napoli/Benevento/Bari – che la Regione Campania non avrebbe sostenuto con determinazione assoluta la realizzazione della stessa, opera infrastrutturale di vitale importanza per il Sannio e non solo".
"Per il governatore, Stefano Caldoro, notoriamente indifferente alle problematiche delle aree interne della regione- prosegue Bosco – , questa arteria non sarebbe fondamentale per il rilancio del territorio campano e del Sannio. Ed è qui che il napolicentrico presidente si sbaglia di grosso. L’Alta Capacità ferroviaria sulla direttrice Napoli–Benevento–Bari è da sostenere incondizionatamente, come afferma il presidente Aniello Cimitile, perché funge da motore di svlipppo per Benevento, la sua provincia e il Mezzogiorno d’Italia. Sostenere quest’opera significherebbe ridare alle aree del Sud un nuovo ruolo da protagonista su scala nazionale ed europea. Tutto ciò avrebbe una forte ricaduta anche sul territorio sannita, in termini di sviluppo economico e sociale. Inoltre, in un momento di feroce depressione finanziaria, agganciare il territorio a degli importanti vettori di sviluppo sarebbe un ottimo viatico per poter immaginare efficaci processi di sviluppo e concretizzare un piano industriale capace di soddisfare le esigenze del Sannio".
"La Uil di Benevento chiede ai consiglieri regionali e ai deputati nazionali ed europei, espressione del territorio sannita, di battersi per ottenere un tavolo istituzionale con il presidente della giunta regionale per sottolineare l’importanza strategica di quest’opera. Benevento non può più aspettare. Servono risposte immediate. Il Sannio ha già subito l’iniquo taglio dei fondi per i servizi socio-assistenziali, per la forestazione, per il consorzio di bonifica della Valle Telesina e per il trasporto pubblico locale. E ancora: le comunità montane sono ormai all’asfissia totale e non si intravvede una risoluzione per il reimpiego nella raccolta differenziata da parte dei comuni dei 124 lavoratori degli ex-consorzi dei rifiuti. Per non parlare della sanità, ove i tagli orizzontali a cui siamo stati sottoposti, anche se non eravamo autori materiali del debito, di fatto ci potrebbero far perdere posti di lavoro specialmente nel privato”.