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Liberalizzazione orari: i pro e i contro analizzati dall’Unione Nazionale Consumatori

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Con la liberalizzazione degli orari di apertura e di chiusura dei negozi, prevista dal decreto Monti (da poco convertito in legge), sarà possibile lavorare senza limiti d’orario durante la giornata, anche nelle domeniche e nei giorni festivi.
Una misura necessaria per la crescita o un pericoloso segnale di ritorno ad una visione efficentista e disumanizzante del lavoro? Un opportunità di sviluppo per i piccoli esercizi commerciali della città? O la definitiva supremazia della Grande Distribuzione sul piccolo esercente? Sono questi gli interrogativi emersi ieri 9 Gennaio 2011 dall’incontro con l’Assessore alle Attività Produttive Nicola Danilo De Luca. Al di la delle dispute tra favorevoli e contrari l’Unione Nazionale Consumatori crede che questa sia una legge che per i più lungimiranti porterà ad una ripresa economica e ad un incremento della produttività.
D’accordo con alcune associazioni dei consumatori, riteniamo che il nuovo sistema offrirà al commercio l’opportunità di rinnovarsi e di puntare sulla concorrenza per conquistare la clientela e rilanciare il commercio nel centro storico della nostra Città. La legge se assimilata correttamente offrirebbe ai nostri commercianti ( forse soltanto a chi è più aperto alla novità) un’ interessante opportunità di rinnovamento che se sfruttata al meglio ci metterebbe al passo con gli altri centri commerciali della Campania ( vedi Napoli, Caserta, Avellino, Salerno).
Decisamente contrari, invece, le associazioni dei commercianti, i quali temono che la liberalizzazione “selvaggia” degli orari di apertura vada ad esclusivo vantaggio delle grandi catene di distribuzione, costringendo a lungo andare i piccoli esercenti, incapaci di reggere la concorrenza, ad uscire dal mercato. E’ infatti di tutta evidenza che solo i soggetti “grandi” possono contare sul personale necessario per tenere aperti i locali 24 ore su 24, mentre le piccole imprese a conduzione familiare, che costituiscono una realtà importante e radicata nel tessuto economico della nostra città, sono impossibilitati a competere con i primi.
Un’ ulteriore problematica è quella in cui versano la maggior parte dei lavoratori subordinati che si troveranno nella situazione di dover scegliere tra il diritto al riposo e alla famiglia e la dolorosa rinuncia all’attività, costretti a lavorare, in ipotesi, anche di notte e nei festivi, vale a dire nei giorni e nei momenti normalmente (e giustamente) dedicati al riposo. Sicuramente un adeguato sistema di turnazione potrebbe risolvere il problema! Una risposta convinta e unilaterale a questi interrogativi non è ancora possibile ma se è vero che “Ogni cambiamento porta con sé, oltre a possibili rischi, opportunità vantaggiose e di crescita” non ci resta altro che aspettare.