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CULTURA

Benevento, il personaggio dell’anno: Fausto Pepe

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L’anno va via e, giornalisticamente, impone qualche istantanea. Avvenimenti in calendario, celebrazioni, scelte… tutto filtrato alla luce della più bieca preferenza personale, quando si intende infatti uscire dal canone del consueto riepilogo. Ebbene, sul sito abbiamo deciso di dedicare qualche piccolo spazio alle circostanze di riepilogo, privilegiando specifici aspetti. Altrove si legge di quello che, in perfetta soggettività, è ritenuto l’avvenimento dell’anno mentre qui, in queste righe, si intende passare in rassegna la galleria di personaggi di Benevento e del Sannio che hanno animato il 2011. Scegliendone uno, solo uno.

Il sindaco della città capoluogo, in proposito. Scelta facile, si dirà. Non proprio. Perché, come accade anche per l’avvenimento (cui vi si rimanda), è scelya bifronte, esemplificativa di una valenza doppia che l’anno che se ne va ha avuto quasi naturalmente in dote.
Intanto, a Fausto Pepe va riconosciuto di essere riuscito ad eludere i giochi politici dei partiti (del partito, il Pd), di aver goduto di una seconda chance senza ricorrere alla tagliola delle ‘primarie’ dove volevano condurlo in tanti, suoi assessori in vena di competitor compresi. E gli va riconosciuto l’appeal concretizzatosi nel successo di Lealtà per Benevento, che ha provveduto a far svaporare poi nel Pd. Nel momento elettorale Pepe ha dato il meglio di sé, supportato, infine, da una macchina da voti micidiale, dall’insipienza delle opposizioni e da una sostanziale assenza di alternativa intellettuale.

In sei mesi è riuscito a capitalizzare solo quello, spegnendosi piano piano. Di qui l’ambivalenza della ‘nomination’, che ne fa il personaggio positivo e negativo al tempo stesso. La sintesi di questo (breve) periodo del secondo governo ci restituisce infatti un primo cittadino stavolta ostaggio di un monocolore, circondato da una squadra deludente (premiata, col bilancino delle spartizioni, dai numeri che non sempre collimano con le capacità) e sfilacciata (si pensi alle solidarietà ‘palesemente espresse’ per lo scivolone sul presepe di Dalisi), privo del piglio autonomistico, passionale ed autoritario (perché no) che avrebbe dovuto conferirgli il secondo ed ultimo mandato. C’è del tempo dinanzi a lui (un primo passo lo ha compiuto con un’intelligente conferenza stampa di chiusura d’anno), che però non è direttamente proporzionale alla credibilità.

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