CULTURA
“A farabbule d’ Pinocchie”, poesia di un burattino. In sanbartolomeano

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Poesia rimata, favola e dialetto sanbartolomeano: sono stati questi gli ingredienti del Natale al Circolo frentano di San Bartolomeo in Galdo (Benevento). Tutti racchiusi, si legge in una nota diffusa alla stampa, in una sola opera, “A farabbulë d’ Pinocchië” dell’ormai noto autore dialettale del paese fortorino Michelangelo Pizzi. Un libro nato in pochi mesi che trasforma il racconto di Collodi dalla prosa alla poesia. Portato a termine dopo mesi di lavoro e studio della tecnica poetica della rima incrociata.
L’autore ha presentato la sua ultima opera agli amici di sempre, tutti esponenti di spicco della politica e della cultura sanbartolomeana. Gli stessi che in questa estate avevano avuto modo di disquisire sulla figura di Pinocchio in occasione della traduzione dall’italiano al sanbartolomeano della favola di Collodi. Un’opera molto richiesta da estimatori lombardi, piemontesi e marchigiani. Che ha superato i confini europei approdando in Brasile. Anche la fondazione dedicata all’autore ne ha chiesto una copia.
Spinto dal successo forse anche inaspettato Pizzi ha deciso di intraprendere il percorso inverso. Trasformare la prosa in poesia. Sperando di ottenere gli stessi plausi dell’opera precedente. “Sarà un volumetto che si farà distinguere nella confusione dei molti, – ha dichiarato l’autore – troppi libri accatastati nelle librerie. Incuriosisce e si farà scegliere questo poemetto in sanbartolomeano, dedicato al famoso e accattivante burattino di legno. Chi comincia a leggerlo vedrà che i personaggi sono tutti al loro posto e tutti nella perfetta funzione del loro ruolo”. Durante il convegno è emersa la volontà dell’autore e dei relatori di mettere l’opera letteraria a disposizione delle biblioteche delle istituzioni (Regione, Provincia e Comuni).