POLITICA
Poche proroghe, ma ‘pesanti’ anche per il Sannio

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La misura è un po’ cambiata quest’anno, ed il dono natalizio governativo sotto forma di “Milleproroghe” ha condotto al varo di un decreto che di proroghe in senso stretto non ne assomma tante quante ne giustificherebbero il nome.
Ce ne sono alcune, però, piuttosto importanti per le loro ricadute sul territorio, provincia di Benevento compresa, che sono intervenute proprio al momento giusto per risolvere problemi di natura pratica (sociali) e anche politica.
Non potrebbero essere diversamente interpretate infatti le norme che prorogano al 31 dicembre 2012 “alcuni interventi in materia di ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, gli apprendisti e i collaboratori coordinati e continuativi, nonché in materia di lavoro occasionale accessorio” e soprattutto “l’esecuzione degli sfratti riguardanti particolari categorie sociali disagiate residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nel comuni confinanti con popolazione superiore a diecimila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa”.
Il contenuto certo non repressivo di queste norme fa da contraltare ad una proroga – non priva anche di un retrogusto politico – che, e ne siamo testimoni in virtù delle vicende susseguitesi negli ultimi tempi, interessa gli Aato (la(Autorità d’ambito territoriale ottimale). La formula ‘servizio idrico integrato’ dice molto e dice anche che, nelle province di Avellino e Benevento che costituiscono l’Ato1 Calore-Irpino si è sostanzialmente combattuta una ‘battaglia’ politica che ha contrapposto i territori con lo scopo di ritardare l’affidamento del servizio in house e favorire quindi il passaggio delle competenze alla Regione (che sarebbe subentrata appunto il 31 dicembre 2011, quando l’Ato avrebbe dovuto sciogliersi). Ora invece, col referendum in archivio che ha determinato delle modifiche normative ed i ritardi delle Regioni che non hanno provveduto a creare strutture in sostituzione nei termini previsti, l’Ato – con lo scopo di “evitare il caos nel settore” – durerà fino al 31 dicembre del prossimo anno.
E in tema ambientale non si può dimenticare che l’applicazione del Sistri (in verità già precedentemente slittato a febbraio 2012), ovvero il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti per i soggetti produttori di rifiuti speciali pericolosi, le imprese di trasporto e gli impianti di smaltimento e/o riciclo, nonché i Comuni, gli enti e le imprese che gestiscono i rifiuti urbani della Regione Campania, che nasce col chiaro scopo di monitorare una situazione che soprattutto dalle nostre parti ha vissuto momenti di crisi drammatica, slitta al 2 aprile 2012. E speriamo che stavolta ci sia certezza sulla data, perché francamente regge poco lqusto differimento “al fine di consentire l’ottimale organizzazione da parte delle imprese interessate” perché già un bel po’ di tempo è trascorso dalla data originaria…
Un rigo, infine, sulla nota del Governo, ridisegna certi, particolari scenari. Prorogati al “31 dicembre 2012 i poteri dei Comuni della Regione Campania in materia di gestione di rifiuti”. Ovvero, bye bye al concetto di provincializzazione del sistema attraverso le società all’uopo costituite, come la Samte nel Sannio per esempio. I pareri, i dubbi e la contrarietà di Cimitile ed Aceto sono freschi ancora di stampa, così come le remore espresse per la destinazione o l’impiego dei dipendenti degli ex consorzi rifiuti, che dal passaggio di consegne tra comuni e Provincia avrebbero tratto linfa lavorativa.