Cittadini
Tranquillità, turismo, buona politica: una soluzione per Benevento…

Ascolta la lettura dell'articolo
Sebbene scritti su testate giornalistiche differenti, ci sono due articoli che sono idealmente collegati fra di loro, pubblicati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro e con temi, al loro fondo, solo a prima vista differenti. Quello di Giancristiano Desiderio su Sanniopress (“Pepe, o dell’amministrazione anonima”), apparso nella giornata di ieri e quello, redazionale, di Gazzetta di Benevento (“Notte di ordinaria follia in piazza Piano di Corte”) che è fra le notizie di punta di questa prima domenica di dicembre.
La loro lettura si rivela interessante, mette insieme politica e cronaca, opinioni e necessità. Soprattutto – nel combinato (involontariamente) disposto – mette a nudo il Re: che è una Città, quella in cui viviamo. Male.
Oltre le legittime opinioni personali e l’incredibile dato emerso da una cronaca notturna, filtrare – con rispetto – i due articoli in questione suggerisce, lasciando da parte i tanti spunti contenuti in entrambi i pezzi, almeno una reazione ‘estrema’, temperata dai tasti di un computer: sgranocchiare i bambini. Per dire che se Swift proponeva (e il grottesco lo lasciamo da parte) soluzioni radicali per superare il problema della fame quotidiana, anche nel caso di Benevento vanno proposte le stesse cose. Il vuoto di politica denunciato da Desiderio nell’amministrazione Pepe, e la barbara realtà dei week-end del centro storico rimandata dalla cronaca di Gazzetta di Benevento suggeriscono almeno un obiettivo al governo politico cittadino per caratterizzarsi, ovvero per dare segni di sé, di vita, di vitalità, di esistenza in vita (la scelta è a piacere): eliminare dal centro storico, nella zona che pomposamente si chiamerebbe “buffer zone”, cioè zona cuscinetto a protezione del patrimonio Unesco della città, tutti quegli elementi che contribuiscono a farne a vario titolo una sacca di degrado e non una copertina patinata.
Ottenere dunque un risultato ‘politico’ come quello di rendere veramente appetibile la designazione Unesco favorendo un turismo di qualità che giocoforza sarà anche di quantità e far uscire i residenti e gli osservatori e i giornali e i siti e le telecamere dal cono di luce della cronaca più varia legata alla ‘movida’ potrà essere considerato davvero un obiettivo qualificante di un mandato amministrativo.
Ci sarà certo un po’ di lavoro per gli uffici legali, ma basta farsi prestare addetti dalla Provincia… (e questa è un’altra storia).