POLITICA
Cambio casacca in Parlamento, niente benefici: e per Scilipoti?

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Ha tenuto banco, nell’informazione politica di queste ore, nel Sannio, la proposta della deputata di Benevento del Pdl, Nunzia De Girolamo, espressa in forma ufficiale con una lettera inviata al presidente della Camera (l’aborrito, dal Pdl, Fini) e della Giunta per il Regolamento, e con un’altra a tutti i colleghi deputati, di fare in modo – con una modifica dell’art. 15 del regolamento di Montecitorio – che i deputati che nel corso del loro mandato lasciano il gruppo parlamentare di appartenenza non rechino con sè al nuovo gruppo o i benefici economici e di status connessi alla carica”. La giustificazione è nobile, porre “un freno a comportamenti ondivaghi che, sempre più spesso, disorientano e allontanano il popolo dalla politica”.
“Non è certamente comprensibile e giustificabile per gli elettori – ha proseguito la De Girolamo nella nota diffusa agli organi di informazione – che un deputato votato in uno schieramento lo si trovi iscritto, poi, ad un gruppo parlamentare opposto a quello di elezione, portatore di programmi e idee assolutamente diverse da quelle per le quali ha chiesto il consenso”. Perchè, ritiene sempre la parlamentare sannita, “nei momenti di difficoltà e crisi dobbiamo essere i primi (noi parlamentari, Ndr) a dare segnali chiari di austerità e coerenza”.
Interessante, davvero.
Ma perché, solo per esempio, non è stata posta all’attenzione del presidente della Camera, di quella della Giunta per il Regolamento, dei deputati tutti quanto l’ottimo Scilipoti (solo pr portare un esempio, ovvio) ha varcato un confine politico piuttosto marcato?