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San Bartolomeo, secondo festeggiamento il 25 ottobre

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Si celebrerà il 25 ottobre prossimo la festa di San Bartolomeo. Si tratta del secondo appuntamento annuale con le celebrazioni in onore del patrono di Benevento (la festa tradizionale ricorre il 24 agosto), quello che testimonia di un legame ancora più forte dell’apostolo con la città. Il 25 ottobre, infatti, si ricorda la traslazione del corpo del Santo a Benevento avvenuta nell’anno 838 dopo Cristo. La solennità è segnata da un triduo di preparazione, all’interno della basilica di corso Garibaldi, che ha inizio questa sera e si concluderà il 24 ottobre. Quindi la messa solenne del 25 ottobre alle 19.30. Tra le iniziative programmate, lunedì 24 ottobre, alle 20.30, è previsto un concerto dell’orchestra "Accademia di Santa Sofia” che eseguirà brani di Mozart. Intanto, per la prima volta, dopo 1200 anni, l’apostolo Bartolomeo, patrono di Benevento, attraverso ovviamente il rettore della Basilica monsignor De Santis ha deciso di… scrivere agli amministratori della città per ristabilire un legame con il territorio e, magari, confrontarsi anche sui temi scottanti della politica locale.

“Cari amministratori, sono ormai ben 1200 anni che abito in città; una permanenza lunghissima durante la quale ho condiviso, con discrezione, le sorti dei miei concittadini, trepidando per loro, e affidandoli ogni giorno alla grazia del Signore Gesù Cristo, di cui sono stato uno dei 12 discepoli.
Mi avete accolto a Benevento, con tutti gli onori, assegnandomi presto il titolo di patrono.
Non so se, e quanto, la mia protezione abbia portato i frutti sperati, so certamente che, almeno una volta all’anno, il 24 agosto, tanta gente viene a salutarmi. Ma, in quella occasione, non c’è tempo per confrontarci: un saluto veloce e via. La mia casa, purtroppo, resta spesso vuota.
Anzi, noto, con amarezza, che la maggioranza dei beneventani non sia neanche al corrente che io abbia residenza in città. Sono, invece, un beneventano a tutti gli effetti. In questa veste, e forte del ruolo che mi è stato assegnato, ho deciso di scrivervi, in quanto massimi responsabili delle istituzioni.
A tutti vorrei ricordare il patto che ci lega.
Un patto profondo, che rende questa città, attraverso la mia presenza, un avamposto dell’amore di Cristo, una fetta di cielo su questa terra benedetta, resa unica e irripetibile.
Voi, sindaco, amministratori e vertici istituzionali, siete i primi operatori della speranza che Dio ha concesso a questo territorio. Che missione, straordinaria!
La mia voce si leva in occasione della festa del 25 ottobre, la più importante, perché  il 25 ottobre dell’anno 838 arrivai in città (il viaggio che mi ci condusse si chiamava "traslazione"), dunque una grande opportunità di riprendere con coraggio il nostro dialogo.
Ho seguito le ultime vicende politiche e sociali in città, a partire dalle elezioni comunali e la lunga scia di "aggiustamenti", alleanze, scontenti, tradimenti delle fedeltà sottoscritte, super premi per i "bocciati", regolamenti di conti. Tutto il "meglio" della politica. Spero che adesso sia giunta la fase di assestamento dopo mesi di incertezza e mancato decollo dell’azione amministrativa. Per una città, patrimonio dell’umanità, serve ora un impegno straordinario. Il piano urbanistico comunale è una traccia importante, ma servono contenuti, opere e ”pensieri” nuovi capaci di inorgoglire l’intera comunità civile. Oggi tutto questo è invisibile, nascosto nelle officine della politica (sempre meno affollate e frequentate da circoli ristretti e gruppi di interessi) che sfornano solo pezzi di ricambio per vecchi modelli e non costruiscono nuove e rivoluzionarie versioni della passione per la città. Che respira pessimismo ed è incapace di grandi progetti. Un presente grigio che non metabolizza il passato e non riceve energia per guardare al futuro con convinzione.Le strade della mia città sono come un "cavalcavia" sulla storia, attraversate per aggirare la memoria. Non si sa di convivere con il corpo di un apostolo di Cristo, ma non si conoscono tante altre cose del passato. La classe politica è figlia di questo presente ossessivo, che si nutre solo di ansia da prestazione, competizione esasperata, attacchi a orologeria, diffidenza e infedeltà. Ma soprattutto è un tempo in cui la parola trasparenza è scomparsa dal vocabolario della politica e soprattutto dalla gestione della cosa pubblica. Tutto si decide all’ombra. Questo è insopportabile per chi, come me, si chiama proprio "trasparenza". Vi ricordo che il mio nome è Natanaele che vuol dire "uomo senza finzione". Pensate allora con quanta sofferenza sia costretto a sopportare la continua falsificazione della verità che viene ogni giorno messa in scena. Cari politici, salendo le scale del palazzo di città dovete dimenticare le vostre generalità, diventando il “tutti” e accantonando le "parti".
Un sacrificio che, purtroppo, è divenuto troppo grande. E la città non è più la stessa. La scarsa pulizia dei cuori sembra trasferirsi anche nelle strade, e l’accoglienza resta quasi solo uno slogan. La città non è vera, la polvere ne ha coperto i pregi, e gli uomini vivono di finzione. Questo vale per tutti, e le mie parole non vengano utilizzate strumentalmente nella lotta tra partiti e forze politiche. Vi chiedo, allora, di farla ritornare bella; serve un’anima che abiti questo corpo urbano e collettivo. E’ tempo che la speranza divenga un territorio condiviso. Vi supplico di fermare, ogni tanto, la vostra corsa con il pilota automatico, riprendete il volante della vita e raggiungete l’oasi dove, rispetto alle grandi domande, si riesca a organizzare risposte coraggiose. Auguri! Vorrei, però, comunicarvi l’intenzione, d’ora in poi, di starvi un po’ più vicino. Anzi vorrei accogliervi già per un primo ritiro spirituale, il prossimo 18 dicembre, per dare senso a quello che vi preparate a compiere per la città”. Un confronto aperto a tutti gli amministratori e vertici delle istituzioni, perché sarà dialogo vero con la parte migliore di ognuno, quella che cerca di parlarci nel fracasso delle voci e che non raggiunge mai la nostra ragione, disperdendosi nelle incoerenze quotidiane. Vi saluto con il cuore e vi aspetto.
Benevento, 25 ottobre 2011 decimo anniversario della riapertura al culto della mia casa beneventana.
Il vostro San Bartolomeo"
 

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