CULTURA
‘Wunderkammer soap’ è vietato ai minori di diciotto anni

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“Wunderkammer Soap: Tamerlano, Didone e Edoardo II” è in un nuovo allestimento per Benevento Città Spettacolo 2011 e debutta oggi a palazzo Paolo V, a partire dalle ore 18 (va in loop ogni 40′). Domani e dopodomani le repliche, sempre dallo stesso orario.
Lo spettacolo (del quale sotto riportiamo la scheda di presentazione), novità anche questa dell’edizione del festival, è vietato ai minori di 18 anni per alcuni suoi contenuti.
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dalle ore 18,00 in loop ogni 40 minuti – Durata 25’
Edoardo II ore 18,00 max 25 spett
Didone ore 18,40 max 10 spett
Edoardo II ore 19,20 max 40 spett
Didone ore 20,00 max 10 spett
Tamerlano ore 20,40 max 40 spett
Didone ore 21,20 max 10 spett
Tamerlano ore 22,00 max 40 spett
Didone ore 22,40 max 10 spett
Edoardo II ore 23,20 max 25 spett
Didone ore 00,00 max 10 spett
Tamerlano ore 00,40 max 40 spett
produzione
Compagnia Ricci/Forte
in collaborazione con
Festival Internazionale Castel dei Mondi_Benvenuti
drammaturgia
Ricci/Forte
regia
Stefano Ricci
Wunderkammer Soap #1_Didone (bathroom) – con Giuseppe Sartori
Wunderkammer Soap #3_Tamerlano (car park) – con Anna Terio – Andrea Pizzalis
Wunderkammer Soap #4_Edoardo II (cellar) – con Anna Gualdo – Valentina Beotti – Anna Terio
L’unica via possibile, come predicava Marlowe, è la reiterata distruzione di certezze. Didone, Tamerlano, Edoardo II, ovvero individui che hanno pagato a caro prezzo la loro libertà di uscire dal mucchio. Da qui parte il percorso “a tappe” di Wunderkammer Soap, frammenti inquieti di 25 minuti (esattamente come una soap opera televisiva), ispirati all’universo elisabettiano, da replicare in loop. Didone diventa così il lungo viaggio verso la notte di un travestito che, dentro la sua stanza da bagno, ripercorre la storia di un amore impossibile con un suo cliente che lo vuole chirurgicamente identico a Nicole Kidman; Tamerlano e Zenocrate, giovani malavitosi con brame di potere anni ’70, consumano amplessi nel garage che accoglie la loro latitanza; Edoardo II, o del torturante senso di colpa di Isabella, assassina di fronte all’amore assoluto, scoccato in fila alla cassa di Ikea, tra suo marito e un commesso, Gaveston. Voci parallele. Corpi ordinati. Catalogati. Disposti come feti sottovetro, in moderne stanze borghesi (bagno, garage, cantina, camera da letto, cucina, salotto, etc). Acquari umani, dove il cuore di tenebra, a nudo, degli interpreti fibrilla all’unisono con quello di chi guarda… perché, in fondo, è solo un incidente di percorso che stabilisce chi sia lo spettatore, chi il protagonista della tragedia.